Promoter di Interlagos furiosi per la cancellazione della gara

Promoter di Interlagos furiosi per la cancellazione della gara

Credits: Pirelli Press Area

La scelta di disertare le tappe sudamericane a causa dei contagi da COVID-19 non è andata giù ai dirigenti brasiliani, che adesso minacciano ripercussioni legali

Nel calendario annunciato venerdì sono spariti tutti gli appuntamenti previsti in America, ancora duramente travolta dalle problematiche legate alla pandemia. La cosa non è però andata giù al promoter dell’evento, Tamas Rohonyi, che ritiene non veritiere le motivazioni fornite dalla Formula 1. Lo scontro fa seguito ad anni di cattivi rapporti tra i promoter di Interlagos e Liberty Media. I nuovi proprietari, infatti, hanno scoperto solo dopo l’acquisizione che gli organizzatori del Gran Premio avevano un accordo con Ecclestone per non pagare alcun canone fino al 2020. Quel contratto scadrà quest’anno e non si è ancora arrivati alla firma di uno nuovo.

Non sorprende quindi che Chase Carey voglia allontanarsi da Interlagos nel prossimo futuro, con l’obiettivo di spostare le prossime edizioni del Gran Premio del Brasile alla città di Rio che ha già ospitato la Formula 1 negli anni ottanta nel circuito di Jacarepaguá.

ROHONYI NON ACCETTA LE MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO ALL’ANNULLAMENTO

Prima di tutto questa cancellazione non ci ha colti di sorpresa, ma devo dire che non possiamo accettare la motivazione, il ragionamento che sta alla base. É solo una scusa priva di fondamento per annullare la gara”, ha esordito Tamas Rohonyi nelle dichiarazioni rilasciate a Motorsport.com.

“Abbiamo tutti i numeri dello stato di San Paolo e le cifre ci sembrano molto buone. Se si guardano i dati di San Paolo, anche quelli dell’intero Brasile, in base proporzionale, rispetto all’Inghilterra, la situazione è decisamente migliore. Se avessero consultato non solo la mia azienda, ma anche il governo della città avrebbero ricevuto un piano dettagliato e già esistente. Prova ne è il fatto che che il circuito era aperto ed ha ospitato delle gare già la settimana scorsa”.

“Quello che ho trovato strano è l’intero approccio piuttosto semplicistico. Tra i motivi presentati per l’annullamento  c’era il fatto che cinque squadre avessero espresso preoccupazione sulla possibilità di venire in America. Beh, nessuno dei contratti che abbiamo firmato dice che si correrà in un Paese se le squadre ne avranno voglia”.

“Gli accordi hanno una sola clausola che permette a una delle due parti di rompere il contratto, e nel caso specifico nessuna di queste costituisce una causa di forza maggiore.  Dal momento che sono stati usati dei soldi pubblici per migliorare la sede di un evento che non avrà luogo saremo costretti ad andare per vie legali, perchè ci sono delle perdite massicce da parte del Comune e della mia Azienda”.

Danilo Tabbone