Non solo il motore: il segreto del miglioramento della Ferrari

Ferrari miglioramento

Credits: Scuderia Ferrari Press Area

Ferrari ha ottenuto un grosso miglioramento delle proprie prestazioni grazie al motore nuovo, ma anche le sospensioni giocano un bel ruolo

Con le migliorie apportate alla parte elettrica della Power Unit e i nuovi motori montati su entrambe le monoposto, la scuderia del Cavallino ha aumentato notevolmente la propria competitività. In particolare Mattia Binotto ha definito il divario di potenza tra il proprio propulsore e quello Mercedes non più così drammatico. Ma, secondo i giornalisti tecnici Sam Collins e Craig Scarborough, la nuova componente ibrida non sarebbe l’unico elemento alla base del miglioramento da parte della Ferrari.

Ferrari avrebbe rivisto infatti il proprio assetto per quanto riguarda l‘angolo di incidenza della vettura nei rettilinei. Questo favorirebbe una migliore resistenza aerodinamica e velocità di punta. Un effetto che accade in tutte le monoposto, ma in maniera più rapida per quanto riguarda Mercedes e Ferrari. Effetto talmente repentino nelle vetture della squadra italiana da attirare l’attenzione di Red Bull, che ha denunciato il fatto alla FIA durante il GP di Turchia. Dunque il segreto della Ferrari starebbe nelle sospensioni e nell’abbassamento del posteriore.

LE DIFFERENZE TRA LE SCUDERIE

Come già detto, l’effetto presentato da Collins e Scarborough, che in particolare ad Austin si sono dedicati all’analisi di quest’ultimo, accade su tutte le vetture. Ma ciò si presenta in maniera diversa nelle monoposto delle differenti scuderie. Ad esempio, su questo fronte, Red Bull presenta due deficit. Il primo riguarda il rake elevato, che non permette al posteriore di abbassarsi abbastanza, il secondo è invece relativo alla durata. Infatti Red Bull raggiunge il punto di maggiore efficienza solo nella parte finale del rettilineo.

In altre parole, nelle monoposto della squadra di Milton Keynes l’abbassamento dell’asse posteriore è quasi lineare su tutto il rettilineo. Nel caso di Mercedes, Ferrari e in misura minore Alpine, non è lineare, ma è quasi immediato e totale a bassa velocità, cioè all’inizio del rettilineo. In questo modo le vetture raggiungono il punto minimo di altezza a metà del rettilineo, sfruttando l’effetto per un buon tratto. Red Bull, invece, lo raggiunge solo negli ultimi metri e dunque beneficia dell’effetto solo per poco tempo.