Masi sulle qualifiche di Monza: “Ne discuteremo a Singapore”

Monza qualifiche 2019 Masi

LAT Images

Il GP Italia 2019, sarà ricordato per la vittoria della Ferrari di Leclerc, ma anche per quanto accaduto in Qualifica, in Q3. Per questo il direttore di gara, è a lavoro per trovare una soluzione

Il weekend del Gp Italia, come sappiamo è finito con la vittoria della Ferrari con Charles Leclerc e la festa del podio. Fin qui tutto bello, sennonché per l’unica nota stonata di questa tappa, ovvero le Qualifiche e precisamente la Q3. Per questo motivo, Michael Masi si è messo a lavoro per tentare che non si ripeta più un episodio del genere.

Nel corso della Q3, i dieci piloti qualificati ed in lotta per la Pole Position e le miglior posizioni in griglia di partenza, hanno aspettato a lungo prima di scendere in pista e tentare di fare almeno il loro primo tentativo. Una volta che si sono decisi di scendere in pista, mancavano pochissimi minuti allo scadere del tempo, ma molti di loro hanno deciso di rallentare ogni volta che si trovavano in gruppo, ed in questo modo soltanto due sono riusciti a tagliare il traguardo prima della bandiera a scacchi e fare un secondo tentativo.

A fine sessione tutti i piloti coinvolti sono stati convocati dai commissari FIA, e tra loro Nico Hulkenberg, Carlos Sainz e Lance Stroll sono stati puniti con una reprimenda per aver rallentato. Ora proprio i commissari hanno chiesto alla Federazione di trovare una soluzione affinché episodi del genere non si possano ripetere in futuro.

Un fatto analogo è accaduto una settimana prima al GP Belgio 2019

A questo proposito, Michael Masi, direttore di gara ha spiegato che è stata aperta un’analisi grazie alle simulazioni per riuscire a risolvere questa questione, dato che un fatto analogo era stato trovato a Spa-Francorchamps.

“È una questione di cui abbiamo discusso in seguito a Spa e credo che tutti nella stanza, direttori sportivi e piloti, abbiano capito che non esiste una soluzione normativa semplice. Ne discuteremo più approfonditamente a Singapore ed alcuni team hanno già fatto delle simulazioni, quindi hanno delle idee su come poter correre ai ripari, perché è nell’interesse di tutti,” ha così spiegato Masi.

Prima delle Qualifiche del GP Italia, Masi avvertì i piloti del rischio di essere penalizzati, se fossero stati troppo lenti in pista, ma a quanto pare ciò non è stato sufficiente dato ciò che poi è accaduto in Q3.

Riguardo a questo episodio, Masi è rimasto dispiaciuto dal comportamento dei piloti, anche se ha compreso il vantaggio che la scia può dare su una pista come Monza: “In fine dei conti, sono sportivi d’elite che cercano di ottenere il massimo. Possiamo definirli gentleman, ma non possiamo non riconoscere che una volta che abbassano la visiera, tutti pensano di fare del loro meglio“.

“Non so se la parola giusta sia frustrazione, ma è un qualcosa che dobbiamo osservare in maniera più dettagliata,” ha così proseguito il direttore di gara.

La Formula 1 si è evoluta tecnologicamente rispetto al 2013

Un fatto analogo, accadde nel 2013 nel WTCC al Salzburgring, quando 14 piloti non riuscirono a completare il secondo tentativo in Qualifica. I commissari li sanzionarono sia sulla griglia di partenza sia con una reprimenda economica.

Il direttore di gara della Formula 1, ha dichiarato a Motorsport.com di non saper dare un giudizio sulla decisione dei commissari di punire i piloti con delle reprimende a Monza, ma allo stesso tempo riconosce che rispetto a sei anni fa, oggi la gestione è cambiata: “Non posso dire cosa i commissari di allora pensarono, dato che non ero lì. Sarebbe sciocco da parte mia commentare cosa stesse passando nella loro testa”.

“Ma rispetto al 2013, abbiamo il vantaggio di una tecnologia evoluta. Disponiamo di più telecamere, la telemetria, le comunicazioni radio: ogni input immaginabile. I tempi sono cambiati in generale. Per esempio, tre anni fa, c’era una penalità standard, come il drive through per tutto. Oggi il nostro sport si è evoluto nel suo complesso,” ha così spiegato le differenze Masi.

Ed in conclusione: “Penso che provare a disegnare un’analogia con sei anni fa sia impossibile, ma anche solo un confronto con 12 mesi fa. Le cose sono cambiate molto, così come gli atteggiamenti”.