Le continue violazioni dei diritti in Bahrain creano polemiche

Le continue violazioni dei diritti in Bahrain creano polemiche

Credits: Bahrain Int. Circuit Twitter

Il Bahrain Institute for Rights and Democracy ha scritto a Chase Carey per chiedere che la Formula 1 non sia più complice delle continue violazioni dei diritti del Paese del Golfo Persico

Le prossime due gare del Circus si terranno sul Circuito Internazionale del Bahrain. Chi si occupa dei diritti umani ha mostrato insoddisfazione per l’arrivo della Formula 1 nel paese. Il Bahrain Institute for Rights and Democracy si è fatto sentire tramite una lettera indirizzata a Chase Carey, presidente della Formula 1, per chiedere che il Circus non sia più complice delle continue violazioni dei diritti. In questa lettera è stata esposta la difficile situazione a cui sono sottoposti i difensori dei diritti umani nel Paese.

“Il Bahrain è diventato un centro di proteste popolari e le forze di sicurezza del paese hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani contro i manifestanti. La Formula 1 sta svolgendo un prezioso lavoro di pubbliche relazioni per il governo del Bahrain. Ma si corre il rischio di normalizzare la violazione dei diritti umani nel Paese”, critica l’Istituto, secondo il The Guardian. La violazione dei diritti umani in Bahrain è diventata più grave dal 2011, secondo Human Rights Watch.

HAMILTON CHIEDE DI AGIRE NELL’IMMEDIATO

Tuttavia, il governo del Bahrain ha risposto al Bahrain Institute for Rights and Democracy con una dichiarazione in cui nega qualsiasi strategia mirata a ripulire l’immagine del paese. D’altra parte, Lewis Hamilton, dopo essere diventato sette volte campione del mondo in Turchia, ha esortato la Formula 1 ad agire nell’immediato. “Ci rendiamo conto che dobbiamo affrontare adesso determinate dinamiche. Non possiamo ignorare i problemi legati ai diritti umani dei paesi in cui andiamo, dobbiamo perciò agire ora, non tra 20 o 30 anni”, ha così affermato Hamilton dopo la gara di Istanbul.