Le 5 cose che non sapevi su Lance Stroll
DI LANCE STROLL SI È PARLATO MOLTO ALL’INTERNO DEL PADDOCK, MA QUALI SONO LE CINQUE CURIOSITÀ DA SAPERE SU DI LUI?
Quando si parla di Lance Stroll non si può non ricordare il suo approdo in Formula 1. Classe 1998, il pilota canadese ha esordito nel 2017 insieme alla Williams, a cui è rimasto legato fino all’anno successivo. Nel 2018, il padre Lawrence Stroll ha rilevato l’allora Force India, trasformandola poi in Racing Point e, nel 2019, la scuderia ha annunciato l’ingaggio proprio di Stroll per completare la line-up dei piloti. Una mossa che molti hanno ritenuto dettata prevalentemente dal potere economico del padre, che con il suo coinvolgimento in Formula 1 ha garantito un duraturo sedile al figlio.
Purtroppo si tratta di un episodio che ha oscurato la progressione della carriera del canadese, che ancora oggi viene additato come “il miliardario della Formula 1“, capace di rimanere all’interno del Circus solo grazie agli investimenti del padre. Del resto, ad oggi, Stroll è anche l’unico pilota in pista di cui si hanno poche informazioni dal punto di vista contrattualistico: sembra, infatti, che viga il silenzio assoluto sul suo rinnovo o meno con Aston Martin. Poco si sa anche della sua persona12, motivo per cui oggi approfondiamo cinque curiosità che caratterizzano Lance Stroll.
1. È STATO UNO DEI PIÙ GIOVANE PILOTA DELLA FERRARI DRIVER ACADEMY
Fino al 2017, Stroll ha vantato il record di essere il pilota più giovane ingaggiato dalla Ferrari Driver Academy. Il suo coinvolgimento è avvenuto quando aveva 11 anni, e stava vivendo le prime esperienze a bordo dei kart. Al tempo, Lawrence Stroll era a tutti gli effetti uno sponsor della scuderia di Maranello, attraverso la partnership con Tommy Hilfiger. In quell’occasione, papà Stroll ha affidato a Mike Wilson il ruolo di tutor per il figlio, ai fini di formarlo e assicurargli un posto in Formula 1.
Lo stesso Wilson, rilascerà poi una curiosa affermazione: “Se nessun top team lo ingaggia in Formula 1, allora il padre ne comprerà o ne creerà uno solo per lui“. Interessante, no? Al di là di questo, Stroll è rimasto nella Ferrari Driver Academy fino al 2016, anno in cui è stato chiamato in Formula 1 dalla Williams. All’epoca, Stroll ha così commentato la mancata chiamata da parte del Cavallino Rampante: “[…] tendono a ingaggiare piloti esperti per lottare per il titolo. […] Alla Williams mi sento più inserito nel team di Formula 1, potendo lavorare al simulatore, essere coinvolto nei Gran Premi e nel lavoro con gli ingegneri“.
2. È CAMPIONE EUROPEO IN FORMULA 3
L’accusa di aver fatto strada solo grazie ai soldi del padre è qualcosa che Stroll ha sempre portato con sé, fin dagli esordi nel mondo dei motori. Durante la sua permanenza nella Ferrari Driver Academy, però, ha catturato l’attenzione di Eric Jensen, che ha avuto di lui una visione completamente diversa e che lo ha visto crescere con i propri occhi. Nel 2015 ha sancito il proprio ingresso nella Formula 3 Europa e, dopo aver chiuso in quinta in posizione il suo anno di esordio, nel 2016 ha vinto il titolo europeo.
Per lui è stata una stagione in salita, iniziata con una squalifica per aver causato un incidente. Un momento buio, dopo il quale chi gli stava intorno ha smesso di credere in lui, portandolo a dubitare di se stesso. Ma, allo stesso tempo, un evento che gli ha dato la scossa, portandolo a migliorarsi gara dopo gara, vincendone 14 e assicurandosi il titolo europeo. Un ottimo risultato, che ha portato con sé anche l’acquisizione della superlicenza, necessaria per approdare in Formula 1.
3. CRESCIUTO NEL MITO DI SCHUMACHER
Michael Schumacher è stato l’idolo di tante generazioni e ha fatto la storia della Formula 1. Sono molti i piloti che lo hanno preso come esempio e hanno seguito con emozione le gare del tedesco, studiandone ogni dettaglio. Tra questi, anche Lance Stroll. Sul suo sito ufficiale si può leggere: “È lui che guardavo di più quand’ero bambino. È Schumacher che mi ha ispirato, è per lui che ho iniziato a sognare di diventare un giorno un pilota di Formula 1“.
E se da un lato il suo tifo era fedele a Schumacher, dall’altro Stroll vedeva Fernando Alonso come il cattivo della situazione. “Alonso era il cattivo ai miei occhi. Avevo sei anni e lui era il cattivo, come nei film“, ha dichiarato qualche anno fa. “In ogni caso, era sempre super eccitante da guardare. E lo è ancora. È uno dei migliori piloti, è ancora molto competitivo a quasi 42 anni“.
4. QUESTIONE DI SOLDI?
Nonostante abbia sempre cercato di far valere il proprio talento, sembra che Stroll sia stato più volte aiutato dal padre nel suo percorso verso la Formula 1. Innanzitutto, una leggenda della famiglia Stroll racconta come il canadese fosse accompagnato sulle piste di kart italiane a bordo di un aereo privato. Ma non è tutto. Nelle sue trasferte, uno dei quattro di questi aerei, sarebbe stato mobilitato per il trasporto della carne di Kobe, da 150€ al chilo, perché la sua preferita. Insomma…non si badava a spese.
E la stessa strada è stata percorsa una volta diventato più grande. Sembra che il padre abbia investito 80 milioni di dollari per lanciare la carriera del figlio. Inizialmente avrebbe acquistato la Prema quando Stroll correva in Formula 3, ingaggiando Luca Baldisseri per lo sviluppo del team. Successivamente, per permettergli di allenarsi costantemente, avrebbe acquistato un simulatore calibrato per la Formula 3 che, una volta nella categoria regina del motorsport, Massa e Bottas non avrebbero potuto utilizzare.
5. DALL’ADRENALINA DELLA FORMULA 1 ALLA PIGRIZIA DELLA DOMENICA
Ultima curiosità su Lance Stroll riguarda il suo tempo libero. In generale, quando guardiamo un pilota di Formula 1 lo vediamo impegnato in uno sport adrenalinico, sempre al limite della velocità e pronto a sfidare la morte. Ma che cosa fa quando decide di riposarsi? Secondo il canadese della Aston Martin, la domenica perfetta è quella che gli permette di impigrirsi sul divano. Meglio se in buona compagnia e con una partita di football americano in TV; Stroll, infatti, è fan dei New York Giants.