La Red Bull sa già quale Power Unit utilizzerà nel 2016
Da diverse settimane ormai il principale argomento a tenere banco nel circus della Formula 1 riguarda la Red Bull e il suo futuro fornitore della Power Unit per la stagione 2016 e per quelle successive. Solo pochi giorni fa l’amministratore delegato del gruppo Renault, Carlos Ghosn, ha ufficializzato durante il Salone dell’auto di Francoforte il divorzio tra la casa della Losanga ed il team austriaco. Un rapporto tanto vincente durante gli anni dei V8 aspirati, quanto burrascoso in seguito all’introduzione delle nuove motorizzazioni V6 turbo-ibride.
Gli scricchiolii nelle ultime due stagioni sono stati parecchi, in ordine : le pesanti critiche da parte della Red Bull per le performance “frustranti” della Power Unit francese; la minaccia (molto fumosa e poco reale) da parte di Helmut Marko circa la possibilità che la scuderia si costruisse un proprio propulsore in casa; l’imposizione alla Renault di Mario Illien e del suo reparto di lavoro quale consulente esterno; infine il benservito da parte del costruttore transalpino all’ingegnere svizzero ed al suo team, il cui progetto, dopo che un mono-cilindro di prova era anche stato fatto girare al banco senza evidenti problemi, è stato accantonato con “i doverosi e sentiti ringraziamenti del caso”. Insomma, i segni della rottura erano evidenti da tempo, come testimonia il fatto che il propulsore attualmente fornito dalla Renault sia ancora la stessa specifica del primo gran premio di Melbourne, nonostante ci si stia avviando verso la conclusione del campionato 2015, e che i tanto attesi aggiornamenti ottenuti spendendo i gettoni a disposizione vengano continuamente rinviati di gran premio in gran premio.
Si è aperta, quindi, giornalisticamente parlando, la caccia per scoprire chi sarà a fornire i propri propulsori alla Red Bull dal 2016 in poi. I principali indiziati sono ovviamente la Mercedes e la Ferrari, con l’ago della bilancia che un giorno pende a favore della casa di Stoccarda ed il giorno dopo verso quella di Maranello. Nelle ultime ore Eddie Jordan ha addirittura diffuso la voce che sarà un marchio del gruppo Volkswagen a fornire la propria unità motrice al team austriaco, ma questo solo tra qualche stagione, forse nel 2018, giusto il tempo per avviare e realizzare un progetto così complesso come lo sbarco in F1. Nel frattempo ci sarebbe un interim di due stagioni coi motori marchiati Ferrari. In tutto ciò i membri del team giustamente glissano e girano intorno alla questione, con Daniel Ricciardo che ci fa sapere quanto sarebbe bello avere un propulsore Mercedes o Ferrari. E la stampa, inevitabilmente, va loro dietro.
Veniamo ora al punto fondamentale della vicenda. Personalmente sono convinto che Mateschitz, Marko, Horner, i piloti e tutti i tecnici con un ruolo chiave in Red Bull sappiano benissimo da un po’ di tempo a questa parte quale Power Unit spingerà la loro monoposto nella prossima stagione. Forse mi sbaglierò, non ho la presunzione di ritenermi nel giusto, ma ci sono almeno due punti che mi fanno presuppore che l’accordo sia già stato concluso da un pezzo e che ciò a cui stiamo assistendo sia solo un bel teatrino giusto per accendere un po’ i riflettori su una scuderia che quest’anno fino ad adesso ha raccolto poco, far parlare la stampa e sollevare l’interesse del pubblico. A farmelo pensare ha contribuito anche la notizia circa il possibile ingresso del gruppo VW, una voce che con frequenza si ripresenta costantemente nel tempo e che desta sempre grande attenzione da parte degli appassionati e dei media. Insomma, molta pubblicità per tutti i marchi chiamati in causa, soprattutto se si pensa che il gruppo Red Bull (l’azienda, e non il team) vive innanzitutto di ciò e di marketing.
Punto primo : l’accordo di fornitura tra la Red Bull e la Renault prevedeva anche una ricca sponsorizzazione da parte della Infiniti, marchio d’auto premium di proprietà del gruppo transalpino. Il divorzio tra i due gruppi comporta anche la cessazione di questa sponsorizzazione con una perdita stimata in termini di minori introiti pari a circa 80 milioni di dollari per le casse del team austriaco. E con la fine di questo rapporto anche la compagnia petrolifera francese Total direbbe addio al team. Per quanto Mateschitz non faccia mai mancare i soldi si parla pur sempre di cifre considerevoli, soprattutto se si pensa che ad inizio anno lui stesso aveva fatto trapelare come il futuro del gruppo in F1 fosse in discussione.
Sono, quindi, persuaso del fatto che una scuderia del livello della Red Bull non straccerebbe mai un contratto simile, con implicazioni tecniche e commerciali, senza essersi prima parata le spalle, come si suol dire. Questo perché essere in piene trattative col tempo che stringe (non è così lontano il 2016), senza (in teoria) un fornitore per il futuro, e con tutte le complicazioni dietro a simili accordi (parliamo di milioni di dollari tra forniture, partnership e diritti commerciali) ti pone anche in una posizione svantaggiata dal punto di vista del potere contrattuale. La controparte potrebbe approfittare della necessità della Red Bull imponendo costi maggiori o condizioni meno vantaggiose per la scuderia austriaca. Conoscendo la furbizia di Marko e la capacità negli affari di Mateschitz sono propenso a pensare che non si siano messi in una situazione così critica.
Punto secondo : ho appena scritto come la stagione 2016 non sia così lontana. Questo perché tutti i team dopo la pausa estiva iniziano i lavori di progettazione per le monoposto dell’anno successivo e per fare ciò è fondamentale conoscere tutti i parametri e le caratteristiche del propulsore che si allocherà nella propria vettura. A maggior ragione considerando che, in seguito all’introduzione delle nuove motorizzazioni, l’integrazione telaio-Power Unit è diventata fondamentale per avere un buon pacchetto che possa essere competitivo in pista. La dimostrazione di tutto ciò ci è fornita dal caso McLaren-Honda o dalla Ferrari F14T, dove il compromesso tra le necessità del telaio e della aerodinamica e quelle del propulsore è stato disastroso. Se davvero in Red Bull non sapessero ancora quale PU li spingerà in futuro ciò significherebbe che buona parte del lavoro in ottica 2016 sarebbe fermo, con gravi ritardi e inevitabili conseguenze sulle prestazioni.
Per questi due motivi ritengo che, in realtà, sia già tutto (o quasi tutto) deciso da tempo e che si stia assistendo solo ad un gran teatrino tra le parti. Per ciò ragazzi non affannatevi nel dubbio, che tanto presto o tardi (quando ci avranno cotto a sufficienza) ci faranno sapere chi è il prescelto.