Signore e signori: Max Verstappen
La fortuna aiuta gli audaci. Perché si tratta proprio di questo: al momento dello start Max Verstappen rimane piantato sull’ottava piazza, la sua. Mentre Vettel fugge via da Daniel Ricciardo il rientro del diciassettenne è mesto, spinto dai commissari. Sembra tutto finito e svanita la possibilità di fare risultato tanto che il rientro in pista in quel momento, doppiato da tutta la griglia, sembrava inutile ma alzi la mano chi, al rientro della seconda Safety Car, non è rimasto basito dal rivedere Max a pieni giri in piena lotta per i punti. Ad aiutarlo sicuramente ci sono state le due interruzioni per mano del contatto Massa-Hulkenberg (episodio che ha risaltato molti dubbi sull’uscita dai box del tracciato) e la folle invasione di pista di uno spettatore (ma i commissari di pista dov’erano?) ma il ragazzo ci ha messo molto del suo in questa rimonta dimostrando tutto il suo manico e la sua personalità attraverso i sorpassi compiuti e il ”no” secco al team sull’ordine di fare passare Sainz all’ultimo giro, una risposta del tutto comprensibile considerando la gara dell’olandese e che a quanto pare doveva essere il ricambio di un “favore” concesso da Sainz stesso in precedenza durante la gara.
Uno schiaffo agli scettici. Perché di Verstappen si parlava fin da quando se n’è annunciato l’enorme salto di qualità dalla F3000 alla F1 a diciassette anni compiuti e le maggiori critiche sono piovute proprio sulla questione dell’età che hanno addirittura spinto la FIA a prendere provvedimenti. Ma come fece Kvyat, il figlio d’arte è riuscito a invertire quella tendenza che gli remava contro e salvo l’incidente a Monte Carlo non si è fatto altro che parlare bene di un ragazzo del 1997 che ha saputo tenere testa ad un compagno poco più esperto di lui e a tanto scetticismo. Perché non basta fare il bello e cattivo tempo in mezzo alla griglia per essere dei talenti, ma bisogna anche saper gestire la pressione in un mondo in cui al minimo errore sei al banco degli imputati. E Verstappen, vuoi con quella personalità un po’ presuntuosa e un po’ spocchiosa tipico dei ragazzi ci sta riuscendo. Bravo Max.