Formula 1| La FIA mira alla biometria per l’analisi degli incidenti
Un ulteriore passo avanti nell’ambito della raccolta dati è stato compiuto dalla FIA. Il progresso in termini di sicurezza è continuo e irrefrenabile, ora più che mai, con l’ausilio della biometria nell’analisi delle dinamiche e del comportamento di pilota e vettura durante gli incidenti, da testare prossimamente.
Ciò che precede il passaggio alla biometria è avvenuto con l’analisi di un evento piuttosto familiare e recente. L’organo direttivo ha infatti pubblicato i risultati dell’investigazione compiuta sull’incidente di Fernando Alonso in Australia, con un impatto pari a 46G. Per la prima volta ha analizzato il crash attraverso la telecamera ad alta velocità installata sulle monoposto da inizio stagione, collegata al raccoglitore dati per incidenti e all’accelerometro che si colloca all’interno delle orecchie del pilota, capace di delineare la cinematica della testa. La telecamera, in grado di registrare un frame ogni centesimo di secondo, ha mostrato che il casco di Alonso è entrata in contatto due volte con la parte interna sinistra del poggiatesta, corrispondente a due colpi rilevati mediante il sensore dell’accelerometro in-ear.
Per la FIA tratta di uno “step significativo”, stando alle parole di Laurent Mekies, general manager del Global Institute for Motor Sport Safety, autore del report. Tuttavia dichiara possibile spingersi oltre a livello tecnologico, con appunto la biometria, che permetterà di raccogliere dati come il battito cardiaco del pilota, la sua temperatura corporea e persino il livello di sudorazione. «Speriamo di poter inserire qualche sensore di questo tipo prima della fine della stagione, almeno in un test. I dati biometrici ci aiuteranno a conoscere le condizioni del pilota prima, durante e dopo l’impatto, fattore che interessa soprattutto i soccorritori» ha dichiarato l’ex ingegnere della Toro Rosso.
In addizione a questa nuova soluzione verrebbero montate altre telecamere con l’inquadratura sul pilota, per non parlare del sistema Halo provato a inizio stagione in due diverse varianti. «Si potrebbero immaginare un milione di cose per il domani, per esempio potreste immaginare noi mentre cerchiamo di stimare il carico e le sollecitazioni sulla parte superiore del corpo del pilota attraverso la cintura di sicurezza. E’ semplicemente qualcosa che non si fermerà mai, così come la ricerca sulla sicurezza non si fermerà e continueremo ad abbattere i limiti e spingerci oltre per ottenere una conoscenza più approfondita» ha concluso.