Hamilton nega a Netflix di diffondere immagini di sé malato

Credit: Mercedes Press Area
Netflix sta realizzando per il secondo anno consecutivo il documentario Drive to Survive, incursione nel dietro le quinte del mondo della Formula 1. L’iniziativa è stata promossa da Liberty Media e consente agli appassionati di venire a conoscenza di segreti e storie scomode della massima categoria dell’automobilismo. Ad esempio, è stata Netflix a trasmettere nel suo documentario la reazione dei vertici Red Bull alla notizia dell’addio di Daniel Ricciardo un anno fa, con tutti i dubbi di Horner e Marko circa la scelta di sposare la causa Renault. Un imperdibile concentrato di perle provenienti dal dietro le quinte che gli abbonati a Netflix potranno gustare anche il prossimo anno, quando verranno rilasciate le immagini inedite catturate nel 2019.
La Mercedes aveva concesso alle telecamere di Netflix le riprese del dietro le quinte del loro box per il GP di Germania, vista la ricorrenza dei 125 anni di attività. Ma non è stato un weekend semplice da gestire. Le difficoltà hanno riguardato il rendimento in pista la domenica, mentre alla vigilia Lewis Hamilton era ad un passo dall’alzare bandiera bianca causa problemi di salute. Quando Wolff, dopo le qualifiche, aveva detto a Lewis: “Grazie, non smetti mai di stupirci” in tanti non hanno capito il perché di un messaggio simile, dato che Hamilton è abituato a partire dalla pole. Ma nel tardo pomeriggio sono emersi i dettagli: il pentacampione aveva un forte mal di gola, tanto che era già stato allarmato il sostituto Esteban Ocon per scendere in pista sulla W10.
Un weekend complicato per la Mercedes, durante il quale le telecamere di Netflix hanno catturato momenti poco graditi. Per questo, Lewis Hamilton ha chiesto espressamente che non vengano diffuse le immagini dei momenti in cui era malato a causa del forte mal di gola. Lo ha confermato lo stesso campione in carica, a RaceFans.net: “Non comparirò per molto nella serie di Netflix, perché sono stato malato praticamente tutto il tempo in cui le telecamere mi puntavano. E certamente non consentirò loro di diffondere immagini che mi riprendevano mentre ero malato”.