Hamilton: “Mi auguro che Whirmarsh mi abbia perdonato”

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Credits: Mercedes AMG Petronas, Press Area

Lewis Hamilton si augura che Martin Whitmarsh lo abbia perdonato per aver lasciato la McLaren di cui era il manager sportivo nel 2012, anno dell’addio dell’inglese.

Esattamente otto anni fa, Lewis Hamilton prese la decisione di lasciare la McLaren per firmare un contratto con la Mercedes, che allora non aveva vinto neanche una gara, una scelta che lo avrebbe portato lontano da quel team che fino ad allora era stato la sua casa, fin dai suoi primi passi nel motorsport.

LA DECISIONE

Nonostante sia stato convinto da Niki Lauda ad approdare in Mercedes, ciò non comporta un’addio facile con la McLaren, infatti Lewis spiega a motorsport.com di aver notificato la sua decisione con una telefonata al suo responsabile di allora Martin Whitmarsh:

“La chiamata che ho fatto al mio capo, a Martin in particolare, è stata una delle più dure che abbia mai fatto. Spero che mi abbia già perdonato. Penso di si, perché capisce. Penso che sia stata la decisione giusta. Questa è la vita: nessuno può dirti cosa fare, solo tu sai cosa è buono per te”.

Con il passare del tempo, la decisione presa a quei tempi si è rivelata ottima, dato che da allora ha ottenuto sei titoli iridati e si sta dirigendo verso il settimo, e ha eguagliato il record di vittorie di Michael Schumacher, ma anche se ciò è merito di una Mercedes strepitosa, l’inglese non scorda chi gli ha permesso di entrare a far parte di questo mondo:

Senza il sostegno della McLaren e quello della Mercedes, non avrei raggiunto la Formula 1, perché era così cara che sarebbe stato impossibile. La mia famiglia non aveva i soldi che altre famiglie possono investire in questo sport”.

LA FEDELTÀ

Per concludere, sempre il sei volte campione del mondo, ammette di essere stato fedele al team di Woking, ma ha preso quella decisione per una sua crescita personale: “Ero fedele a loro, ma in quel momento dovevo pensare al mio futuro, vedere di cosa volevo far parte. Volevo far parte di una squadra che non aveva avuto tanto successo, ma era in una fase di crescita. Volevo far parte di quella crescita, ho voluto costruire qualcosa di nuovo”.

Infine, ammette che: “È stata una sfida molto eccitante, anche se non sapevo quanto tempo ci sarebbe voluto prima di iniziare a vincere. Ma pensavo che l’avremmo ottenuta comunque”.