Giovinazzi: “Tornare dopo due anni in Formula 1 non è facile”

Giovinazzi

Fonte: Alfa Romeo FB

Tornare a correre in Formula 1, dopo il tempo trascorso “a bordo campo”, non è stato facile per Antonio Giovinazzi.

Un passo alla volta

Dopo aver terminato il secondo posto con Pierre Gasly nel campionato di Formula 2 del 2016, Giovinazzi ha preso parte alle prime due gare della stagione di Formula 1 2017, con il team della Sauber, sostituendo un infortunato Pascal Wehrlein. Tuttavia, solo con il contratto firmato nel 2019 per l’Alfa Romeo  è tornato in pista a dimostrare il suo talento. E lo ha fatto, ottenendo il suo miglior risultato proprio nella gara di casa a Monza tagliando il traguardo in nona posizione, appena una settimana dopo l’uscita di pista che lo ha visto mancare  la bandiera a scacchi sul circuito di Spa.

Miglioramento costante

Mentre il 25enne afferma che il team ha ben sviluppato la monoposto in questi ultimi sei mesi, riconosce  alcuni miglioramenti personali come riflessione alla base delle sue recenti prestazioni: “Ho trascorso due anni senza correre e tornare dopo due anni e in Formula 1 non è facile. Da parte mia, c’è stato un grande miglioramento, anche il team ha fatto molti miglioramenti. Ce ne sono stati così tanti da dimostrare che alla fine avremmo potuto avere un buon ritmo. Quindi dobbiamo solo continuare a lavorare in questo modo. Penso che siamo sulla buona strada, spiega entusiasta Giovinazzi.

Kimi Raikkonen: una sinergia proficua

Il pilota italiano sembra lavorare bene con il compagno di squadra Kimi Raikkonen che quest’anno, ha segnato 31 dei 34 totali con l’Alfa Romeo. Non sorprende quindi che Antonio Giovinazzi senta di trarre vantaggio nella guida al fianco di un pilota esperto come il finlandese, un pilota consapevole che sa cosa vuole trarre da un week end di gara. “È un pilota con molta esperienza” – commenta il 25enne, e aggiunge –  Sa già prima che il fine settimana inizi quello che vuole e su quale tratto. Durante il fine settimana, è sempre lì. Da parte mia, è davvero difficile perché non commette mai un errore, metterà la macchina dove deve essere, o comunque dove il potenziale della macchina sarà al massimo. È in grado di mettere tutto insieme, sto lavorando molto bene insieme a lui e provo a dare lo stesso feedback al team per migliorare la macchina“.

Eleonora Arcari