Formula 1 | World’s Fastest Gamer: quando abbiamo messo le ali a Silverstone National

Ogni esperienza ha un inizio e una fine, e anche il World’s Fastest Gamer sul simulatore rFactor 2 è ormai giunto alla sua conclusione: nello scorso weekend è andato in scena il quarto e ultimo round, organizzato nuovamente sul circuito di Silverstone e in particolare sul velocissimo layout National. Qui abbiamo potuto affinare ulteriormente la nostra abilità di piloti virtuali, mettendoci alla prova per l’ennesima volta in fatto di set-up e di… concentrazione mentale.

Silverstone National, come la sua gemella International, è una variante della storica pista britannica, lunga solamente 2,639 km e che ospita alcune competizioni minori, come i Campionati GT. Lo starting line è posizionato sul rettilineo antistante i vecchi box, dove una volta partivano le monoposto di Formula 1 e dove oggi, invece, scattano i prototipi della MotoGP. Di seguito troviamo la curva Copse, che in un attimo termina con la Maggots: a questo punto il circuito prosegue verso destra, sul prolungamento della stessa Maggots che riporta verso la zona dello stadio e sul Wellington Straight. Dopodichè è la volta dell’ultimo settore, contraddistinto dalle famose Brooklands, dalla Luffield e dalla Woodcote, che riportano sul rettifilo principale.

La prima impressione una volta scesi tra i cordoli di questa piccola variante del circuito britannico? Ci ha colpito la velocità necessaria per affrontarlo al meglio e per firmare un ottimo giro lanciato: subito abbiamo capito che la nostra vettura avrebbe dovuto essere stabile ma allo stesso tempo reattiva, in modo da destreggiarsi al meglio tra le curve dell’ultimo settore ma anche da non perdere troppa rapidità nei curvoni più veloci.

Utilizzando il set-up approvato nel precedente appuntamento di Silverstone International, abbiamo centrato immediatamente un risultato molto importante: il convincente tempo di 53”427 ci è valso immediatamente l’entrata nella Top 50, e per un momento abbiamo sperato di poter arrivare, almeno stavolta, nei primi venti. All’euforia iniziale, però, è subentrata la consapevolezza che per raggiungere un goal del genere avremmo dovuto sudare le famose sette camicie: quando si raggiunge un certo livello di guida non conta solamente quanto a lungo si tiene premuto il pedale dell’acceleratore, né di come si impostano le traiettorie in curva.

In questi casi conta moltissimo l’approccio mentale: inutile sperare di limare anche solo un decimo di secondo imponendosi questo risultato a tutti i costi, perchè così facendo non raggiungeremo mai il nostro proposito. Al contrario, bisogna ottenere quello che viene chiamato “flow”, ovvero una sorta di stato di grazia in cui ci sentiamo padroni della situazione e siamo confidenti di poter migliorare la nostra prestazione. Al bando la guida aggressiva e ben venga uno stile più tondo e rilassato: ciò non significa fare il pilota con un braccio fuori dal finestrino, ma piuttosto di prendere “consapevolezzadei propri mezzi e rilasciare il caratteristico stato di tensione che, solitamente, ci blocca nelle situazioni in cui siamo chiamati a dare il meglio di noi stessi.

Detto questo, l’altro aspetto importantissimo per centrare il miglior tempo in assoluto su un tracciato così piccolo e veloce come questo è quello di concentrarsi sul set-up della nostra vettura. L’assetto utilizzato nel terzo round del WFG era già molto buono, ma per questa tappa abbiamo deciso di affinarlo ulteriormente, modificando soprattutto le sospensioni di pochi clic alla volta. L’anteriore è stato alleggerito sia a livello della taratura delle molle che nei valori di estensione e compressione, mentre il posteriore ha subito un leggero irrigidimento per evitare improvvise perdite di aderenza e conseguenti testacoda durante le entrate e le percorrenze in curva.

Era la nostra ultima opportunità di poter scalare la classifica dei migliori piloti virtuali al mondo, e quindi siamo andati alla ricerca del giro perfetto: con un carico di carburante che ci garantiva solamente 3 giri lanciati (oltre a quello di allineamento), abbiamo effettuato più di un centinaio di tentativi prima di ottenere quello che volevamo… o quasi.

Com’è andato il nostro fastest lap? Alla Copse siamo entrati a quasi 180 km/h senza effettuare alcuna sbavatura, poi abbiamo proseguito in sesta piena a oltre 230 orari fino alla zona di rilevamento del primo settore. Qui, forte staccata in cui abbiamo puntato il cordolo interno rilasciando immediatamente il pedale del freno per lasciar scorrere il più possibile la nostra McLaren. Dopodichè, uscita di curva tutta all’esterno e via a tutta velocità sul Wellington Straight, dove poco dopo il cartello dei 100 metri… ecco, il nostro unico piccolo errore! La staccata della Brooklands è micidiale senza un assetto veramente perfetto, e il modo con cui abbiamo definito il nostro set-up ci ha fatto perdere circa 2-3 centesimi di secondo, che ci siamo trascinati anche nel tornantino Luffield, nella Woodcote e fino alla bandiera a scacchi.

Nonostante tutto, però, i nostri sforzi ci hanno premiato con un ottimo 53”134, grazie al quale abbiamo pagato un distacco dai migliori di soli 889 millesimi: un bel miglioramento dal gap di oltre un secondo accusato nella precedente tappa di Silverstone International, con il quale ci siamo classificati 83esimi su 233 partecipanti superstiti dopo un mese di corse sui server di rFactor 2.

La nostra esperienza nel World’s Fastest Gamer, comunque, non è ancora definitivamente giunta al termine: nel mese di settembre, infatti, sfrutteremo l’ulteriore possibilità offerta dal team di Woking sul simulatore iRacing, che ci porterà al volante della McLaren MP4-30 su quattro dei circuiti più tecnici e spettacolari del mondo. Senza dimenticare il Campionato eSports di F1 2017, che porteremo avanti praticamente in parallelo e sfrutteremo per scrivere la nostra, singolare, recensione dell’ultimo nato in casa Codemasters. Noi abbiamo intenzione di portare avanti la nostra “carriera” da piloti virtuali… e voi?