Formula 1| Villeneuve “Gli attuali piloti di F1 sono dei codardi”

Non sono ancora passati 7 giorni dal Gran Premio di Gran Bretagna che è stato vinto da Lewis Hamilton e ancora impazzano le polemiche riguardanti i vari aspetti di quella gara. Sicuramente, uno degli aspetti più controversi del Gran Premio è stata la partenza in regime di Safety Car a causa della pioggia abbondante caduta sul tracciato britannico. Ed è proprio questo aspetto che ha scatenato le critiche di un opinionista di lusso come l’ex campione del mondo ’97 Jacques Villeneuve.

Le critiche riguardanti l’utilizzo della safety car, comunque, non sono state mosse solo dal canadese. Gerhard Berger, per esempio, ha mosso varie critiche a riguardo. Secondo l’ex pilota di F1 austriaco, non c’era alcun motivo di far partire lo schieramento dietro la safety car. La pista bagnata, sempre secondo Berger, non rappresentava un pericolo tale da giustificare l’impiego della vettura di sicurezza. È altresì vero che, già quest’anno si era verificata una circostanza simile, al Gp di Monaco. In quell’occasione, però, si pensò che la scelta fosse giustificata dalla particolare natura del tracciato monegasco. Silverstone, invece, è un tracciato modello quanto a vie di fuga e sicurezza. Ci si pone, quindi, la legittima domanda sul perchè sia stata utilizzata la safety car.

Una risposta ce la da, appunto, l’ex campione del mondo ’97, oggi commentatore Tv. Come al solito, il canadese ci va giù pesante e utilizza dei termini che fanno discutere. Per Villeneuve i piloti che corrono attualmente in Formula 1 sono dei “codardi“. Per il canadese, infatti, è colpa loro se si è partiti dietro la safety. Si sarebbero dovuti far sentire di più: “Molti degli attuali piloti di Formula 1 sono ancora dei bambini. Ma se vogliamo davvero entusiasmare i fans abbiamo bisogno di eroi, non di gente che si nasconde dietro una safety car. Abbiamo bisogno di idoli, di gente da ammirare e imitare e invece quello che la gente vede sono dei ragazzini che guadagnano milioni ma si nascondono dietro la safety car e non fanno niente di speciale“.

Parole dure, quelle del canadese, che non trovano riscontro in quella che è la realtà. A Montecarlo, per esempio, parecchi piloti chiesero via radio di togliere la safety car per poter gareggiare sul bagnato. Inoltre. andando indietro nel tempo, mi pare di ricordare che nel Gp d’Italia del 2001, a seguito di un’atmosfera resa nervosa dall’attacco alle torri gemelle e all’incidente in cui perse le gambe Alex Zanardi, i piloti decisero di affontare appaiati in partenza la prima variante di Monza, ritenuta troppo pericolosa. Certo, la BAR, team nel quale correva Villeneuve, si dichiarò apertamente contraria a questa decisione, fatto sta, però, che alla partenza l’unico a trasgredire la “legge non scritta” che si erano dati i piloti prima del via, fu Jenson Button su Renault. Villeneuve rispettò quell’approccio “prudente” o, se vogliamo usare le sue parole, poco eroico.

La verità è che la FIA, dopo le morti di Bianchi al Gp del Giappone 2014 e di Simonsen alla 24 ore di Le Mans del 2013, ha assunto un atteggiamento molto rigido a riguardo. In alcuni casi (vedi Silverstone), l’atteggiamento è parso francamente paranoico. In altri casi, invece, l’aver messo la sicurezza al primo posto è stata una scelta certamente condivisibile.