Formula 1 | Vettel e il suo primo Mondiale in rosso: non è detta l’ultima parola! 28 Settembre 2017 Giulio Scrinzi © Scuderia Ferrari press area Dopo la vittoria all’Hungaroring tutto sembrava possibile. Poi il secondo posto in Belgio, sul circuito di Spa-Francorchamps: un risultato incoraggiante, dal momento che Vettel aveva chiuso la sua impresa a soli due secondi dall’imprendibile (solo in apparenza?) Mercedes di Hamilton. La fiducia del Cavallino Rampante, a quel punto, era al massimo per la lotta al Titolo Mondiale, anche se da una parte c’era la consapevolezza che nei successivi appuntamenti la situazione sarebbe stata molto difficile da gestire. A Monza, sulla pista di casa, le Rosse hanno pagato pegno nei confronti delle ultra competitive Frecce d’Argento e hanno dovuto giocare in difesa: nonostante tutto il tedesco è stato comunque capace di limitare i danni grazie al suo terzo posto sotto la bandiera a scacchi, ma da quel momento l’imperativo era approfittare della situazione nel successivo round di Singapore. Un circuito favorevole alla SF70H e che non avrebbe dovuto invece sorridere alle W08 di Brackley, ma poi tutti sappiamo come è andata a finire. Dopo la splendida pole del sabato, la tensione in griglia di partenza è stata talmente elevata che tutto si è consumato in poche centinaia di metri: pur di difendere la traiettoria Vettel ha stretto Verstappen, che a sua volta ha toccato un Raikkonen che si è reso protagonista, una volta tanto, di una delle sue migliori partenze dall’inizio della stagione. Con il finlandese out alla prima curva, Sebastian ha tentato di proseguire, ma poco dopo è scivolato sullo stesso liquido di raffreddamento che la sua “Gina” stava spargendo per tutta la pista, a causa di un contatto che aveva distrutto la fiancata sinistra e i radiatori. Sul Marina Bay, quindi, è arrivata la mazzata micidiale: Hamilton ha vinto a mani basse e si è portato in testa al Campionato con 28 punti di vantaggio sul tedesco della Ferrari. Che ora si trova di fronte un margine sì importante, ma non impossibile da recuperare. Vettel, infatti, ha già dimostrato in passato di riuscire a rimontare fino alla testa della classifica da situazioni “disperate” come questa: la prima volta è stata nel 2010, quando in seguito al 15esimo posto rimediato nel GP del Belgio riuscì a centrare tre vittorie importanti a Suzuka, in Brasile e nell’appuntamento finale di Abu Dhabi, dove divenne per la prima volta Campione del Mondo. La seconda occasione, invece, capitò due anni più tardi: dopo la debaclè di Monza Sebastian pagava ben 37 punti a Fernando Alonso, che all’epoca combatteva per i colori del Cavallino. Un margine che, ancora una volta, riuscì a colmare grazie a una serie di successi consecutivi (quattro per la precisione) assieme ad altri due piazzamenti a podio, che gli permisero in ultimo di indossare per la terza volta la corona d’alloro iridata. E quest’anno? La situazione è leggermente diversa: dal GP di Malesia alla fine della stagione sono presenti piste poco favorevoli alla SF70H, la quale dovrà fare i conti con una W08 EQ Power+ che sta dimostrando di avere più di un asso nella manica nonostante le sue difficoltà nel destreggiarsi tra i circuiti stretti e angusti come quello di Singapore. A rincarare la dose c’è il suo rivale di sempre, un Lewis Hamilton che si è legato al dito il fallimento dello scorso anno, vinto sul filo di lana dal compagno di squadra Nico Rosberg e che l’ha reso veramente letale in questa stagione. Una cosa è certa: come è stato per Schumacher, anche Sebastian continuerà a lottare finchè ci sarà una piccola, piccolissima chance. Tags: 2017, Scuderia Ferrari, Sebastian Vettel