Formula 1 | Ross Brawn e il futuro del Circus: “Basta seguire il futuro delle auto stradali!”

La stagione 2016 è finita da poco, ma in attesa si continua a parlare di Formula 1 e del suo futuro, con nuove macchine e sfide che vedremo già nel 2017. A parlarci del futuro della Formula 1, ci ha pensato Ross Brawn, che presto tornerà a far parte del Circus, affiancando i nuovi proprietari della Liberty Media o in FIA. L’ex ingegnere, in questo contesto non ha parlato del suo nuovo ruolo, ma interrogarsi sulle scelte tecniche che si dovrà cercare di portare oltre il 2020, quando terminerà l’accordo tra team e motoristi riguardo le Power Unit ibride introdotte nel 2014 per le quali probabilmente si penserà di estendere questo accordo.

In questi anni, la Formula 1 ha introdotto tecnologie, motori che poi sono finite sulle auto di serie, basti vedere nel mercato dell’auto oggi, dove l’ibrido inizia ad essere sempre di più presente. Su questo aspetto, Ross Brawn si interroga: “Il prossimo ostacolo arriverà nel 2020, con una decisione da prendere sul futuro dei motori. Come dovrebbe svilupparsi la Formula 1? Deve guardare schiettamente a cosa cerca da un motore. Negli ultimi anni ci siamo allineati alle macchine stradali. Abbiamo questa rivoluzione in atto e le macchine stradali che ci saranno nei prossimi 5 o 10 anni saranno molto diverse. Possiamo conservare il concentrato tecnico della Formula 1, riconoscendo che, forse, è il tempo di allontanarsi dalla strada che prenderanno le auto normali? Se non lo faremo, logica vuole che avremo una Formula 1 elettrica o a fuel cell in pochi anni. C’è la Formula E che ha il suo posto, per me la Formula 1 non è solo un dimostratore tecnologico, è un circus nel suo insieme e qual è il modo migliore di mantenerlo? Potrebbe essere giunta l’ora di dire “Abbiamo avuto questo gioiello tecnologico ma faremo un passo indietro e penseremo cosa vuole la Formula 1 da un motore, che può contenere alcune tecnologie rilevanti””.

Parola d’ordine, per l’ex ingegnere è semplificazione. “Dobbiamo sederci con i costruttori, le squadre e le parti interessate per decidere cosa vogliamo oltre il 2020. Forse è quel che c’è già oggi ma rifinito in termini di costi e complessità, perché il motore è troppo costoso. Per certi versi rappresentano un concentrato tecnologico che ha riavvicinato i costruttori, ma se la Formula 1 inizia a guardare al 2020 adesso, c’è il tempo di intervenire senza che nessuno senta di soffrire uno svantaggio competitivo, con gli investimenti e i piani realizzati correttamente. Servono due anni per preparare un motore, entro la fine del prossimo anno la Formula 1 deve sapere quale tipo di propulsore ha bisogno per il futuro”.

Nella sua intervista, l’ex direttore tecnico di Ferrari, parla anche della posizione di dominio creata dalla Mercedes. “Il successo Mercedes del 2014 è nato alla fine del 2012, quando ci fu un duro incontro con il consiglio d’amministrazione. Erano intenzionati a fermarsi o l’avrebbero fatto, perché il 2010 e 2011 non erano andati abbastanza bene. Seguivamo la filosofia del contenimento delle risorse, che era al collasso. Eravamo in 450 persone a lottare con squadre da 500 o 600 persone, non c’era alternativa. Abbiamo detto al board: “Al momento ci troviamo in una terra di mezzo, o facciamo un salto in avanti o dovremmo arretrare del tutto”. E il consiglio d’amministrazione, gli va riconosciuto il merito, disse: “Ok, cresceremo. Ci proveremo, cosa vi serve?”.

“Fu allora che mettemmo insieme le squadre per il progetto 2014. Assumemmo Aldo Costa, Geoff Willis, la gente di cui avevamo bisogno e iniziammo. È quel piano strategico che serve, è necessario avere una visione del punto che si vuole raggiungere in 6 mesi, a 12 mesi di distanza, due anni!”.

Sembra ora quindi una Mercedes che parte avvantaggiata nell’affrontare le novità regolamentari del 2017, senza avversari in grado  turbare la corsa al mondiale come visto quest’anno. Detto ciò, Brawn ci spiega il metodo d’approccio di una squadra in questo momento al top: “Mercedes avrà spostato le risorse del programma di quest’anno sul prossimo molto in anticipo, quando si sono resi conto dove si trovavano con la macchina. Se fossi stato lì, e sono certo abbiano adottato una filosofia simile, avrei detto: “Ok, abbiamo una macchina competitiva e possiamo battere solo noi stessi. Spostiamoci tutti sul programma del prossimo anno”. Non so quanti altri team possano averlo fatto. Il successo alimenta il successo. Mercedes sarà forte, nonostante la maggior enfasi riposta sul telaio”. 

Questa è una fase in cui, passeremmo ad un campionato più equilibrato nel peso delle singole aree della monoposto, anche se non vuol dire che non possano nascere nuove supremazie, occorrerà vedere quanto elevata sarà l’incidenza di telaio e aerodinamica, quindi toccherà alle scuderie realizzare soluzioni vincenti per ciascun settore.

Non sono stato coinvolto nella definizione di questo regolamento. Quando accade, si conoscono i dettagli più nascosti. Ho letto ampiamente le norme e rappresentano un gran salto in avanti, verso una determinata direzione quella di rendere le macchine molto più veloci e tornerà al centro dell’attenzione il telaio. C’è una visione troppo sbilanciata verso il motore, adesso credo si introduca un certo equilibrio. Eravamo reduci da una fase in cui l’incidenza del motore era quasi neutrale, perché tutto era congelato, i motori erano considerati quasi come un collegamento tra cambio e telaio, oggi la gente parla solo di motori”.