Formula 1, Rodin e il no della FIA: “C’è molta retorica qui”
È arrivata la promozione di Andretti, come nuovo team della Formula 1. Tra gli altri candidati, c’era la neozelandese Rodin Cars
Tra i team che hanno presentato la domanda per entrare in Formula 1, c’era anche Rodin. Quest’ultimo aveva il piano di costruire e realizzare le vetture in Nuova Zelanda, per poi spedirle in Gran Bretagna e terminarle all’interno della sede della Carlin a Surrey. Dall’inizio dell’anno, Rodin Cars possiede la maggioranza con una quota, della fabbrica del team britannico.
Inoltre, Rodin aveva in piano di ingaggiare un pilota donna per uno dei due sedili, indicando Jamie Chadwick tra le opzioni, ed era interessato a intraprendere delle trattative con Ferrari, per poter utilizzare le loro power unit.
Come detto prima, Rodin era nel gruppo dei quattro team entrati nella seconda fase di valutazioni. Alla fine, Andretti è riuscito a superare questa fase, e sarà il nuovo team che farà parte della griglia. Malgrado non abbia gradito la decisione finale, David Dicker ha dichiarato che il procedimento della FIA, è stata giusta.
L’offerta di Andretti, sarà valutato dalla FOM, l’ente che detiene i diritti della Formula, malgrado la pressione dei team esistenti che vogliono mantenere il numero totale di 20 vetture iscritte.
Rodin Cars is now the majority shareholder of UK-based Carlin.
“Trevor Carlin and I have an obsession with performance and competition, that will cement the place of the new Rodin Carlin team at the front in the coming seasons.”https://t.co/hOs9iytxYohttps://t.co/XjdmoaDmBt pic.twitter.com/1yBQYc3fob— Rodin Cars (@RodinCars) January 26, 2023
Dicker: “Ferrari? Sarebbe stata la miglior strategia”
Dicker ha sentito di voler comunque lasciare la porta aperta per Rodin, e riprovare a fare la domanda, nel caso in cui FIA dovesse organizzare un’altra selezione. Tuttavia, sentiva che l’offerta iniziale avrebbe soddisfatto i requisiti di innovazione.
“Seguo la Formula 1 fin dagli anni ’70. Non direi che non lo rifaremmo,” ha commentato Dicker.
“Voglio dire, sono incavolato perché onestamente credo che abbiamo avuto un’ottima offerta; tutte le discussioni sui ragazzi della Formula 1, in merito a ciò che volevamo portare in un team, e se avevamo in mente di portare qualcosa di nuova,” ha proseguito parlando con Motorsport.com.
“Bene, abbiamo offerto qualcosa di nuovo: un pilota donna, la diversità geografica. Una cosa che posso finanziarlo personalmente. Nessuno degli altri ragazzi che facevano offerto, potrebbero farlo. Tutti loro, hanno offerto denaro proveniente dall’esterno. Voglio dire, ho la possibilità di avere soldi dall’esterno, ma loro possono contare solo sul denaro esterno”.
“E ho pensato, che sarebbe stato un punto debole, a essere onesto. Ad esempio, abbiamo detto loro che saremmo stati in grado di sviluppare anche una nostra power unit. L’infrastruttura per poterlo fare, ce l’abbiamo”.
“Abbiamo seguito la strada della Ferrari, in quanto pensavamo che probabilmente sarebbe stata la miglior strategia. Ma, come ben sai…”
“Inoltre, tutta questa discussione per portare una donna in Formula 1, cosa che nessun altro voleva fare. Voglio dire, eravamo preparati per farlo. Quindi, la sensazione è che c’è molta retorica qui, tant’è che non l’hanno sostenuto per davvero,” ha così spiegato Dicker.
L’ostruzionismo degli altri team? “…da manicomio”
Riflettendo sui procedimenti per entrare, il fondatore di Rodin Cars ha spiegato di non essere rimasto sorpreso sull’ostruzionismo degli attuali team di Formula 1. Ma, la sua sensazione era che la loro influenza equivarrebbe a “dei pazzi che gestiscono il manicomio”.
A questo proposito, a Dicker è stato chiesto se si sarebbe aspettata una battaglia da parte degli attuali team di Formula 1, contro la possibilità di inserire un 11° concorrente. Lui ha così risposto: “Oh sì, certo!”.
“Sai, è il caso di un piccolo club e loro non vogliono agitare le acque. Attualmente, non vogliono cambiare nulla. Voglio dire, guarda, è da pazzi che gli attuali team abbiano avuto un contributo nella decisione di inserire un nuovo team. È come se i detenuti, si mettessero a gestire il manicomio“.
“I ragazzi di Liberty Media, questa è una decisione per loro. Ma in realtà, non ha nulla a che fare con le squadre,” ha così aggiunto Dicker in conclusione.