Formula 1 | Raikkonen: “Nel Circus si dicono un sacco di str****te”

Credits: Media Center Ferrari

Dopo il Gp di Singapore, i giornalisti di tutto il mondo hanno esaltato le doti di guida di Kimi Raikkonen e hanno salutato questa “rinascita” del pilota finlandese dopo annate decisamente deludenti. In realtà, l’intera stagione 2016 è stata piuttosto convincente: per ben 6 volte il finlandese ha preceduto Sebastian Vettel, compagno di scuderia che gode di maggior credito tra gli uomini del cavallino, e ha colto per 3 volte il podio. Certo, non sono risultati eclatanti ma, vista la mancanza di performance di questa Ferrari, sono comunque risultati di un certo spessore.

Questi risultati giungono dopo due stagioni in cui Iceman è parso l’ombra di se stesso. Anche per questa ragione i giornalisti sono rimasti sorpresi da questa nuova “primavera” di Raikkonen. Lui, però, non è cambiato affatto. Non solo da un punto di vista stilistico alla guida (magari lì, nel corso di questi anni, qualche leggerissima modifica è stata apportata) ma soprattutto da un punto di vista caratteriale. Schivo o, per meglio dire, infastidito dal tourbillon dei media che caratterizza la F1, Kimi è sempre stato uno che risponde alle interviste dei giornalisti con dei monosillabi mentre nelle comunicazioni radio con il proprio box è sempre stato molto colorito, ben oltre il limite di quella “politeness” tipicamente British che imperversa in F1. Il suo carattere non cambia, che faccia male al volante o che faccia bene. Ultimamente sta facendo bene e pare aver compreso meglio di Vettel come adattarsi a questa Ferrari 2016 così imprevedibile e scorbutica.

Forse è proprio per questo che alla Ferrari hanno deciso di premiare Kimi con un rinnovo contrattuale. Tuttavia, al momento della firma, non pochi giornalisti si mostrarono contrariati per la scelta fatta a Maranello. Molti si aspettavano l’approdo di Sergio Perez dalla Force India, altri sostenevano che non si poteva rinnovare il contratto ad un pilota come Raikkonen che manca di motivazione. Ecco, riguardo a quest’ultimo punto, Raikkonen ha voluto dire la sua con lo stile che lo contraddistingue: “Da dieci anni a questa parte sento dire che sono demotivato e che non sono più adatto alla F1. Mi sta bene anche perchè a me non interessano queste chiacchiere. In F1 girano troppe str****te. Ci sono un sacco di persone che provano ad inventarsi storie su di me e sul fatto che non voglio più correre in F1. Se non volessi correre più non starei di certo qua!”

Ancora una volta, Kimi dimostra di non aver peli sulla lingua e, a dispetto della sua proverbiale reticenza durante le interviste, quando Raikkonen parla, le sue poche parole lasciano il segno anche se non sono il massimo dell’etichetta. A tal proposito, la lista degli episodi in cui Raikkonen ha rilasciato dichiarazioni “imbarazzanti” è lunghissima e va dal Gp del Brasile 2006 (in cui dichiarava candidamente di essersi perso il cerimoniale per quello che doveva essere l’ultimo Gp di Schumi in F1 per… un appuntamento alla toilette), fino ai tanti litigi via radio con i suoi ingegneri di pista e, ultimamente, con Verstappen.

Alla fine, la frase che meglio rende la misteriosa personalità di Kimi Raikkonen è un altro suo team radio, forse il più famoso, quello di Abu Dhabi 2012, quando Kimi vinse su Lotus e, ad un certo punto, pressato via radio dal suo ingegnere di pista, disse: “Leave me alone! I know what I’m doing!” “Lasciatemi in pace! So quel che faccio!“. Insomma, lasciatelo correre e basta. Lui sa quel che fa.