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© Scuderia Ferrari, Press Area

Pagelle qualifiche da Sakhir. La Ferrari batte tutti, in una prima fila imponente, autorevole, col senno di poi, mai in discussione. Una straordinaria serata nella notte del deserto del Bahrain. Una Mercedes relegata di prepotenza in seconda fila, a guardare una doppietta rossa, in parte, messa in conto dopo l’Australia.

Piloti

Pierre Gasly – 8

Iniziata una sorta di festival dello schianto, da Bottas a Verstappen, giusto per far apparire la Toro Rosso – Honda. Si, la Honda, proprio nel giorno in cui la McLaren – Renault vacilla tra Q1 e Q2. La Toro Rosso #10, quella del francesino Pierre Gasly, partente addirittura in quinta piazza per l’arretramento di Hamilton. Un ragazzo molto bravo, una sopresa in positivo, appena messo piede in squadra al posto del ripudiato Daniil Kvjat. Un pilota molto presente, lì a macinare esperienza, senza eccessi, in attesa della situazione propizia. Una conferma, da Renault a Honda, un buon lavoratore, una bellissima qualifica. Schiaffeggia gente come Magnussen, come Hulkenberg. Concreto..

Daniel Ricciardo – 7

Sarà che è solo la seconda gara 2018, Danielone d’Australia è, al momento, l’unico baluardo “bibitaro”. Con l’olandese volante che anche in quel del Bahrain si cimenta in insulse giravolte, stavolta in qualifica, stavolta sbattendo a muro. Ricciardo da sicurezza, seppur talvolta giungendo qualche centesimo dietro il compagno in qualifica. Lontano dalle scene, solido ed efficace, su una RB14 che è comunque di un altro pianeta in qualifica rispetto alla RB13. Un pilota alla finestra, in tutti i sensi, con qualche carta da giocare alla domenica, vista una Mercedes lì a tiro. Un ennesimo segno di maturità per avviarsi verso un salto a tinta unica, di altro colore. Sornione..

Lewis Hamilton – 6

Il campione del mondo fatica a digerire il connubio tra W09 e tracciato di Sakhir. Nell’emirato Hamilton le busca, anche da Bottas, peggio di quanto avvenuto nella scorsa edizione. In difficoltà, un po’ qui, un po’ lì, alle prese con una freccia d’argento rabbiosa ma spuntata. Un Lewis in sofferenza, capace di illudere su Soft in Q2 con un giro di quelli monstre, in svantaggio di mescola. Dato di fatto che consacra il suo obiettivo minimo di giornata, vista la penalità, quello di partire, domani, con la gialla. Uno spauracchio alla fine della Q3, che con scarpe rosse non morde, si morde, finendo ultimo dei migliori quattro. Confuso.

Valtteri Bottas – 8

Valtteri Bottas si conferma sulla pista dove ha ottenuto la pole, la prima in carriera. Dopo il tonfo dell’Albert Park, dopo una gara da disperso cronico. Coriaceo, testardo nell’intento di battere una delle Ferrari, battuto in ogni settore di pista nel giro ultimo, il suo migliore. Un pilota poco versatile nei vari circuiti, forte in quelle tre, quattro piste, una anomala costante che lo relega a pilota scudiero e null’altro. Lotterà, per il podio, lì davanti a due lupi, nel piede molto più validi, messi alle spalle con un giro preciso. Normale.

Kimi Raikkonen – 9

Un grandissimo Kimi Raikkonen, forte, forte, in tutto il weekend, lì sull’onda del buonissimo percorso australiano. Sempre davanti, preciso, veloce, apparentemente con facilità. Sensazioni che ha confermato anche in qualifica, ma solo col primo tentativo, quello utile per la conquista della seconda fila consecutiva di stagione. Gran bell’andare quello del finlandese rosso 2018, nonostante quell’ultimo guizzo che fatica sovente a trovare. Una gradita consistenza, anche in qualifica, una caratteristica un po’ smarrita da troppi anni. Costante.

Sebastian Vettel – 10

Seb ritorna in grande spolvero. Prende Loria, la bracca, la mette a nudo, la conquista sulle pieghe del deserto in Bahrain. Affidandole tutta la sua fiducia. Una pole da effetti speciali, con quel fumo fuori dal box, ad anticipare l’entrata in palcoscenico del Campione che risiede in lui. Un giro bellissimo, facilissimo, grazie ad una SF71H sui binari, accompagnata con sola delizia in lungo ed in largo per la pista. Una bella prova di forza, una risposta immediata alla sua mancanza di confidenza con la nuova rossa di Maranello. Un LionLap, liberatorio, per scaricare un po’ dell’enorme pressione gravitante perennemente sul groppone di un quattro volte campione del mondo. Leone.

Team

Red Bull – 8

La casa di Milton Keynes conferma quanto di buono fatto sulla realizzazione della RB14. Una vettura nata bene, che ha compiuto un enorme passo in avanti, ancora un gradino sotto in qualifica. Preoccupante in gara qualora a pista libera, qualora in sentore di podio. Un progetto valido, non propriamente pronta per la crescita definitiva, pur capace di divenire una gatta da pelare in un non nulla. Una scuderia che ha fame, che dovrebbe, però, profondere tutte le sue capacità in fabbrica, piuttosto che tra i banchi del potere. Promossa.

Mercedes – 8

La W09 ha fatto la capricciosa, tanto per rimarcare le sue origini, tanto per dar grattacapi ai tecnici ed al Lord di Stevenage. Una monoposto cattivella, indomabile per tutto il weekend, nonché debole a livello di affidabilità. Una bella serie di dubbi addensatisi dopo le prime due uscite stagionali, da sciogliere, da metabolizzare per non perdere il filo col passato. Presto, prestissimo, soprattutto se si parla dei dominatori di Stoccarda, difficoltà, piccole, che fanno comunque un po’ specie. Eppure, il sangue freddo è sempre stata una loro arma vincente. Perplessa.

Ferrari – 10

La SF71H ha fatto un figurone degno della sua cara mamma. La SF70H. Una vettura che è venuta fuori tra le dune del deserto del Bahrain. Un lavoro pazzesco, di gente che sembra continuare a dimostrare di avere tutto per battagliare coi grigi di Germania. Una bellissima prestazione, di squadra ancora una volta, un muro rosso che si è materializzato con una staticità impressionante. Una bella soddisfazione, quella di battere i monopolizzatori delle qualifiche. Uno schiaffo non leggero inferto con immensa umiltà. Leonessa.