Formula 1 | Lewis Hamilton: “Vettel non è il rivale più forte che ho affrontato!”

Un Lewis Hamilton a 360°: tra passato e progetti per il futuro, tra cui voler collaborare con la FIA per agevolare i giovani talenti ad approdare in Formula 1; tra sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare e la schiettezza che da sempre lo contraddistingue, nell'affermare di non considerare Sebastian Vettel il rivale più forte che abbia mai affrontato

© Twitter, Formula 1

Lewis Hamilton ha affermato che non considera Sebastian Vettel il rivale più forte che abbia mai affrontato. Inoltre ha avuto il coraggio di mostrare il suo lato lontano dai circuiti, oltre a ricordare il passato ed a rivelare alcuni piani per il futuro, sia in campo sportivo che al di fuori di esso. Lewis Hamilton ha ricordato i suoi primi passi nel mondo dei motori. Secondo lui, il vero impulso alla sua carriera sportiva è stato incontrare Ron Dennis, che lo ha incluso nel programma di giovani talenti della McLaren.

“Avevo 13 anni, sognavo di diventare un pilota di Formula 1 e ho incontrato Ron Dennis, a quel tempo a capo della McLaren, la squadra in cui ha corso il mio idolo Ayrton Senna. È stato il momento più importante della mia vita perché ha segnato il mio futuro. Il sostegno finanziario della McLaren, che mi ha incluso nel suo programma junior, non l’avrei ottenuto senza di lui”, ha dichiarato Lewis Hamilton in un’intervista a Luigi Perna, per il quotidiano italiano La Gazzetta dello Sport.

Quando gli è stato chiesto se ha intenzione di scrivere un’autobiografia, il pilota Mercedes si è dimostrato contrario, ma ammette che sarebbe favorevole invece a fare un film documentario sulla sua vita, ma per il momento non è tra le sue priorità, in quanto è concentrato su come continuare a raccogliere successi. “Per l’ amore dell’arte, io non scriverò un’autobiografia. L’esperienza del 2008 è stata lunga e faticosa, ci vorrebbero talmente tanti capitoli per descrivere il tutto, che non basterebbe una vita intera. Ogni anno mi contattano editori, mi offrono soldi per scrivere un libro, ma preferisco fare qualcosa di diverso. Forse farei un film documentario. Sarebbe molto più stimolante, ma in questo momento sono concentrato sul perseguire i miei reali obiettivi come la vittoria del titolo e userò tutte le mie energie per questo” ha cosi proseguito.

Inoltre, ha rivelato uno dei suoi sogni d’infanzia lontano dall’asfalto, a cui oggi cerca di avvicinarsi il più possibile. A riguardo ha dichiarato: “Volevo suonare in una band, essere attore e designer, creare opere d’arte, sono tutte passioni che coltivo ancora. Non ho pianificato nulla, ma lavoro su molte idee”. D’altra parte, Lewis Hamilton intende anche usare la sua posizione per aiutare i più giovani sulla loro strada verso la Formula 1. Il pilota inglese conosce bene, grazie alla sua esperienza, le somme sproporzionate che un giovane pilota deve spendere per potenziare la propria carriera, quindi vuole lavorare con la FIA per cercare di ridurre i costi.

“Il progetto di karting di Fernando Alonso in Cina è grande, ma io non l’ho fatto perché, invece, mi piacerebbe partecipare insieme alla Formula 1 stessa per fare un programma per aiutare i giovani che non hanno un grande sostegno economico. Sarebbe importante mettersi in evidenza solo per le proprie capacità e non perché si proviene da una famiglia con milioni in banca, ed è per questo che voglio lavorare con la FIA per studiare come poter abbassare i costi delle categorie inferiori”, ha così dichiarato il Campione del Mondo in carica.

Lewis Hamilton ha anche parlato dell’inizio della stagione, il più duro degli ultimi anni, ma risponde con un clamoroso no alla domanda se Sebastian Vettel è il pilota più forte che abbia mai affrontato, senza però fornire ulteriori dettagli“L’inizio della stagione è stato difficile, il più duro negli ultimi anni con la Ferrari come rivale principale. In realtà, non posso rilassarmi, anzi mi concentro meglio per migliorare la nostra monoposto e non ho cambiato mentalità. Ma in queste prime gare ho bisogno di essere più pragmatico. L’adattamento è parte dell’evoluzione di un pilota. Ma penso che se torno al mio stile di guida, saremo in grado di trasformare la nostra performance”, ha affermato per concludere.