Formula 1, le pagelle del 2014: i bocciati della stagione

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Siamo giunti alla fine dell’anno ed è tempo di tirare le somme di questa stagione 2014 di F1. Così come abbiamo puntualmente fatto alla fine di ogni Gp, ecco che , anche alla fine di questa stagione 2014, daremo le pagelle ai protagonisti di un anno di F1. Solo che, questa volta, divideremo i buoni dai cattivi, quelli che hanno ricevuto carbone e quelli che hanno ricevuto doni dal grande Babbo Natale della F1. Partiamo, dunque, dai bocciati.

 

Sebastian Vettel: voto 5. Il neo ferrarista ha vissuto la sua prima stagione no che ha coinciso anche con la prima stagione no della Red Bull. Proprio per questo in molti hanno messo in discussione i suoi passati trionfi. Questi, però, sono discorsi che lasciano il tempo. La verità è che Vettel non è riuscito ad ambientarsi col nuovo sistema di guida che le vetture 2014 richiedevano e che è stato surclassato dal giovane Ricciardo. Detto questo, in un paio di occasioni (vedi Silverstone), lui e Alonso ci hanno fatto divertire. Chissà come sarà la sua nuova avventura in rosso.

Kimi Raikkonen: voto 4. Passi che la monoposto Ferrari del 2014 è stata una delle peggiori degli ultimi 20 anni, passi che il finnico ha una capacità d’adattamento non proprio istantanea e che ha questa fissazione dell’avantreno ultra reattivo, ma tutte queste giustificazioni non saranno mai sufficienti per poter giudicare positivamente la sua stagione 2014. Abulico, non ha mai dato l’impressione di doversi plasmare a una vettura che non corrispondeva alle sue aspettative. Anche lui non ha corrisposto alle aspettative di molti ferraristi.

Romain Grosjean: voto 4. So che non è giusto dare un voto così negativo a un pilota che ha delle colpe piuttosto limitate. Infatti in questa stagione Grosjean non è che avrebbe potuto fare chissà che cosa. La Lotus 2014 è stata una delle vetture meno riuscite della stagione. Però ho visto in lui una certa sufficienza, un menefreghismo che, pur essendo comprensibile, non è, allo stesso tempo, accettabile in un pilota professionista.

Pastor Maldonado: voto 5. Al venezuelano do un voto in più rispetto al suo compagno di scuderia. Il motivo di tale scelta è che Maldonado, pur essendo dotato di minori mezzi tecnici rispetto a Grosjean, ci ha comunque provato (non durante tutto l’arco della stagione). Certo, i risultati sono stati disastrosi ma almeno ha fatto finta di correre.

Sergio Perez: voto 5. Indeciso fino all’ultimo se inserirlo nell’elenco dei promossi o bocciati, alla fine ho deciso di inserirlo nell’elenco di quest’ultimi. Il messicano è stato autore di un finale di stagione convincente in cui ha dato prova di avere ancora intatte quelle qualità che lo hanno portato in F1. Il problema è che anche i difetti restano intatti e la sua prima parte della stagione è stata caratterizzata da uno scarso rendimento. 37 punti di distacco da Hulkenberg sono quelli che gli valgono un 5 invece che un 6.

Esteban Gutierrez: voto 4. Non ho voluto calcare la mano col giovane messicano perchè è ovvio che quest’anno, con questa Sauber, le colpe non potevano essere solo sue. Inoltre nel finale di stagione ha mostrato una certa crescita. Tuttavia, è sempre poca roba quella che si è vista finora. Lanciato in F1 troppo presto, sembra che a salvarlo siano solo i suoi munifici sponsor che lo premiano promuovendolo come terzo pilota Ferrari (e forse titolare nel team Haas) alla fine di una stagione in cui un pilota “normale” sarebbe stato semplicemente licenziato in tronco.

 Adrian Sutil: voto 3. A Sutil do un voto ancora più basso rispetto a quello dato a Gutierrez nonostante la media dei voti presi durante l’anno sia stata più alta. Il tedesco, in teoria, vale molto di più del messicano. Tuttavia, la seconda vita di Sutil, quella dopo il processo, non lo vede più come quel pilota veloce, pulito, che si esaltava con la pioggia. Adesso è un pilota che sbaglia parecchio e che è poco costante. Unico lampo, Austin; poi niente. Certo, con una Sauber così, un pò di depressione è anche giustificata…

Max Chilton: voto 4. Doveva essere l’anno della svolta, quello in cui sarebbe maturato e invece abbiamo tutti l’impressione che per Chilton quest’anno segni il suo addio alla F1. I soldi del padre lo hanno portato in F1. Per restarci, però, doveva metterci del suo. Possiamo definirlo come un onesto mesteriante che non ha mai fatto particolari danni ma che, mentre il suo ben più talentuoso compagno di squadra coglieva punti che potevano risultare storici per la Marussia a Monaco, lui vivacchiava nelle retrovie.

Kamui Kobayashi: voto 4. Dopo un 2013 convincente nel mondo dell’endurance a bordo delle Ferrari dell’AF Corse, decide di abbandonare quel mondo… per guidare la Caterham! Ora, capisco che la monoposto verde sia andata al di sotto delle più nefaste aspettative, ma cosa si aspettava di ottenere dalla Caterham? Naufraga insieme al team fanalino di coda di questa stagione 2014. Peccato, il giapponese meriterebbe qualcosina in più.

 Marcus Ericsson: voto 3. Non voglio mancare di rispetto a nessuno ma Ericsson è stato decisamente il pilota più scarso di questo 2014. Lontano ere geologiche dai migliori, risultava anche piuttosto staccato dal suo ben più esperto compagno di squadra. Unico pregio: tendeva a non buttare fuori nessuno. La F1 schizofrenica di questi giorni lo ha premiato con un sedile alla Sauber. Bah, contenti loro…