Formula 1, la seconda chance di Sergio Perez
Di fronte all’intervistatrice di Formula1.com che gli chiede ove trascorrerà le vacanze Sergio Perez sorride, consapevole del brillante lavoro svolto. Tornerà in Messico, a casa, per le meritate vacanze.
Non va in vacanza invece il mercato piloti, in estate in pieno fermento. E Perez è uno dei piloti più ambiti. Durante l’attraversata dell’atlantico, “Checo” potrà valutare tranquillamente se rinnovare con la Force India oppure se migrare verso team prestigiosi, come Williams o Renault.
Supportato da importanti sponsor messicani, osannato sulle tribune del circuito di Città del Messico, il pilota 26enne di Guadalajara si ritrova padrone del proprio destino: impensabile, se si pensa all’inverno 2013, quando venne licenziato dalla McLaren.
“Checo” ha incominciato la carriera dalla gavetta. Due stagioni con la Sauber. Gli highlights? uno spaventoso incidente a Monaco nell’anno d’esordio (2011) e il secondo posto in Malesia, negli scarichi della Ferrari di Alonso (2012). Dopo l’impresa malese seguirono altri podi e nel paddock si incominciò ad accostarlo a Maranello.
E’ però la McLaren, orfana di Hamilton, a puntare con coraggio sul messicano, appena 23enne, per la stagione 2013. Come trovarsi al posto giusto nel momento sbagliato: la MP4-28 si rivela un disastro.
Solo nelle ultime gare Perez sembra ingranare, centrando nel GP d’India il risultato migliore, 5°: un segno premonitore. Infatti dopo la secca bocciatura di Ron Dennis, Perez trova nella Force India una possibilità di rivincita nei confronti di una F.1 che lo aveva acclamato e criticato in brevissimo tempo. La sua esuberanza, tipica dei piloti latino-americani, gli permette di reagire. Al terzo GP con gli anglo-indiani “Checo” è già sul podio.
In Force India, nelle ultime tre stagioni, Perez ha trovato una vettura che gli consente di lottare per i punti. Assente la pressione da top team, il messicano deve vedersela con un competitivo compagno di squadra, Hulkenberg. I due si spronano a vicenda e Perez, in gara, spesso fa la differenza, strappando incredibili podi. Nel 2016 è capitato a Montecarlo e Baku.
Nella Formula 1 odierna non esistono seconde chance, né c’è il tempo per crescere. Da un lato l’età media dei campioni del mondo si è abbassata notevolmente; dall’altro lato molte giovani promesse vengono bruciate. Sergio Perez ha invece dimostrato, dopo 6 stagioni e 108 GP, di saper maturare, sia come pilota che come uomo.
E ci ha ricordato che, anche nella frenetica competizione del Circus, a volte, i frutti migliori sono quelli che maturano lentamente.