Formula 1, la Sauber si schiera dalla parte di Monisha Kaltenborn

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Quello appena trascorso a Melbourne è indubbiamente stato il fine settimana della Sauber. Se il team elvetico è finalmente tornato a lottare per le posizioni della zona punti, la Sauber è stata protagonista anche per questioni non prettamente sportive. La trasferta in Australia è iniziata con la vicenda legale che ha visto protagonista Giedo van der Garde fare causa alla sua ex scuderia per ingiusto licenziamento. La sfida tra la Sauber e il pilota olandese, che poi ha deciso di non prendere parte al Gran Premio, dopo aver perfino indossato la tuta di Marcus Ericsson, proseguirà anche questa settimana quando il team di Hinwil e van der Garde proveranno a chiudere questa intricata faccenda.

Per provare a sistemare le cose, è arrivato come un fulmine a ciel sereno dalla Svizzera, Peter Sauber, per essere di supporto alla boss della sua scuderia, Monisha Kaltenborn: «Senza Monisha non ci sarebbe la Sauber. Non avrei ricomprato il team sei anni fa se lei non avesse dato la sua disponibilità a partecipare al progetto – ha commentato il 17enne alla testata Blick – È stata una decisione congiunta e per me è stata una vera fortuna averla e credo, che anche molti altri team nel paddock sarebbero molto fortunati ad averla». Secondo i media britannici, sutti gli equipaggiamenti della Sauber potrebbero essere messi sotto sequestro e la Team Principal, Monisha Kaltenborn, potrebbe rischiare di essere arrestata con l’accusa di truffa per aver fatto firmare a quattro piloti lo stesso contratto.

Nel fine settimana di Melbourne la manager austo-indiana, in Sauber dal 2000 prima con incarichi di consulenza legale, non ha voluto parlare di questa faccenda concentrandosi sugli aspetti sportivi della trasferta australiana.

Eleonora Ottonello
@lapisinha