Formula 1, la McLaren chiede alla Honda la testa di Arai

Credits: McLaren Media Hub

Non c’è che dire. A differenza di quello che si è sempre voluto far credere i rapporti tra la McLaren e la Honda sono più tesi che mai. L’apparente atmosfera di armonia che sembra regnare tra il team di Woking e il motorista giapponese inizia a mostrare le prime crepe anche nella sfera pubblica. Sono mesi che il responsabile della sezione Motorsport di Honda, Yasuhisa Arai, promette alla McLaren un motore finalmente in grado di recuperare, almeno in parte, il gap che li divide dai diretti inseguitori. Promesse che tali sono rimaste e che ora hanno stancato non solo gli appassionati del marchio ma anche le alto dirigenze della scuderia britannica.

Alla luce dei fatti, e soprattutto dopo quando visto a Monza, dove Button ha chiuso in 14esima posizione mentre Alonso si è ritirato pochi giri prima della bandiera a scacchi, la McLaren avrebbe chiesto formalmente alla Honda il licenziamento di Arai. Il tecnico della casa di Tokyo già da alcuni mesi si trova sotto grande pressione a causa delle troppe promesse di recupero non mantenute. Ma quando il Circus si appresta a vivere l’ultima parte della stagione, le ore di Arai in Honda sembrano davvero contarsi sul filo del rasoio.

Nessuno si sarebbe mai aspettato che un rientro della Honda in Formula 1 avesse portato risultati così mediocri. Nonostante rispetto all’avvio di stagione la scuderia inglese abbia minimamente recuperato nei confronti dei concorrenti a livello di distacco sul giro, l’affidabilità e la mancanza di potenza mostrata dal motore Honda ancora non permettono alla McLaren di lottare per le posizione che dovrebbero competere a una delle scuderie più blasonate dell’intero Circus.

Nonostante le voci che hanno fatto vociferare il paddock di Monza, Arai ha preferito non commentare la possibilità di un suo allontanamento dalla Honda. Uno dei punti chiave del possibile licenziamento del Responsabile della sezione Motorsport è da ricercarsi nella prepotente decisione di quest’ultimo di lavorare solo ed esclusivamente con ingegneri di nazionalità giapponese, molto più inesperti in ambito di Formula 1 rispetto a quelli contattati dalla McLaren, che avrebbero potuto conferire alla MP4-30 ben alti livelli di competitività. La politica di isolamento, forse sottovalutata a inizio stagione, non è stata così congeniale come ci si sarebbe aspettato. E questo è un dato di fatto.