Formula 1, Kimi Raikkonen ha la sua bevanda

Credits: @kimiraikkonen (Instagram)

In Finlandia è stato lanciato una nuova bibita alcolica in lattina, chiamata Iceman Long Drink. Per pubblicizzarlo hanno pensato bene di ingaggiare proprio Iceman, ovvero Kimi Raikkonen, che ha accettato di fare da testimonial di questo prodotto nella sua Finlandia.

Iceman (uomo di ghiaccio) è il soprannome che Ron Dennis diede al pilota finlandese quando approdò in McLaren nel 2002, prendendo il posto del suo illustre connazionale Mika Hakkinen, 2 volte campione del mondo, per la freddezza con cui Kimi si mostrava in gara, restìo a trattare con i media e troppa serietà nonostante la sua età. A Kimi questo soprannome non diede fastidio, anzi nel 2008 stampò la scritta sul retro del casco, in caratteri gotici, e se lo tatuò sul braccio sinistro. Nonostante questa apparenza che lo ha contraddistinto, Raikkonen oggi pilota della Ferrari, è un tipo che ama divertirsi, partecipare a feste e drink. Ce lo ricordiamo un po’ tutti negli anni passati, quando è stato paparazzato un po’ alticcio per aver alzato un po’ il gomito durante qualche festa.

Da qui l’idea dell’imprenditore Keijo Heinonen di Helsinki, produttore della bevanda alcolica a base di gin e pompelmo in lattina, che ha registrato il marchio “Iceman” a maggio, di chiedere al pilota della Ferrari di prestare il volto alla campagna promozionale del prodotto, che per ora è venduto e consumato in Finlandia, ovvero l’Iceman Long Drink.

Nella pubblicità della lattina, Kimi è mostrato davanti, dietro, in piedi e con uno slogan che dice: «Best served DAMN cold» ovvero, meglio servito freddo (come lo stesso Iceman). La pubblicità è fatta attraverso i social network come Facebook, Twitter, Instagram, e lanciare anche magliette, cappellini e altri gagdets, e sembra stia già diventato popolare. È lo stesso Kimi Raikkonen poco prima di arrivare a Monza per il Gp d’Italia disputata la scorsa settimana, ad annunciare la fama ottenuta dal prodotto sulla pagina Facebook di Iceman Long Drink: «Siamo virali».