Formula 1 | Jenson Button: “Prost-Senna? Rispettavo entrambi ma preferivo Alain”

Credits Ferraru press area

Alain Prost e Ayrton Senna. Due nomi che hanno fatto la storia della Formula 1 e dell’automobilismo. Una rivalità, la loro, che ha spaccato a metà gli appassionati di Formula 1 e i giovanissimi kartisti dell’epoca. Eroi per tutti quei bambini che sognavano, prima o poi, di correre su quelle monoposto a ruote scoperte emulando i propri idoli. E Jenson Button era proprio uno di questi bambini però, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, l’inglese non ha nascosto che tra Prost e Senna aveva una predilezione per il francese.

Jenson Button ammirava l’approccio metodico e l’intelligenza del francese, dentro e fuori la pista. Di Ayrton andava in visibilio per la sua velocità, così naturale: “La rivalità tra Prost e Senna ha caratterizzato parecchie stagioni di Formula 1 e per me è stato un vero privilegio viverla da tifoso e vedere come si è sviluppata nel tempo. Rispettavo entrambi ma mi piaceva di più Prost, mi ha subito colpito la sua guida. Ero entusiasta quando di unì alla Ferrari. Il suo approccio andava più in là alla corsa, sapeva costruirsi attorno una vera squadra ma non posso nascondere che mi piaceva tantissimo la velocità di Ayrton, era così naturale e non aveva rivali sotto questo punto di vista – ha riportato Jenson Button colonna che tiene per i colleghi di Autosport – Avevo circa una decina di anni all’epoca e tifavo più il pilota che la squadra“.

L’inglese della McLaren ha anche ricordato la prima occasione nella quale ha avuto l’opportunità di conoscere il Professore: “È successo nei mesi finali del 1999 quando feci un test con la sua squadra a Barcellona, avevo 19 anni. Ero davvero emozionato, avrei conosciuto Alain Prost. Ero in vacanza in Messico ma ricevetti la chiamata per provare la loro macchina – ha continuato – Il giorno prima di me in monoposto era salito Alesi, mentre nella mia sessione era presente anche Nick Heidfeld. Ero stato più veloce di Jean (Alesi ndr.) e per me fu speciale, perché ero cresciuto vedendolo correre in Formula 1. Effettuai 33 giri in totale e sentii che fosse sufficiente per dimostrare di essere veloce“.