Formula 1, GP di Singapore a rischio per inquinamento e foschia?
La sicurezza prima di tutto. Quando ci si ritrova a dover fronteggiare dei problemi relativi al meteo e alle condizioni climatiche, è bene attivarsi ed è ciò che a Singapore si sta facendo. L’inquinamento dell’aria di Singapore, già elevato come in altre aree del Sud-est asiatico, ha raggiunto un livello critico proprio nel week-end che precede il Gran Premio a Marina Bay, e le autorità non possono fare altro che continuare a monitorare le condizioni. Ad aggravare la qualità dell’aria sono stati i numerosi incendi delle foreste in Indonesia. La nube di fumo si è espansa fino agli stati vicini Malesia e Singapore generando maggiore smog, come accade da anni e causando non pochi dissapori tra le tre nazioni. Sono infatti sorte alcune campagne per combattere il problema dello smog che va ad intaccare la sfera sociale oltre a quella sanitaria.
Nella giornata di lunedì i media di Singapore hanno riportato che l’indice di inquinamento dell’aria alle 17 ora locale era tra 119 e 147 e oggi misura 163. Brutta notizia, essendo il parametro malsano compreso tra 101 e 200. Sempre lunedì, in Indonesia gli incendi sono stati spenti dagli elicotteri appositi e sono state rilasciate delle sostanze chimiche per indurre le precipitazioni nell’area. Ne consegue una foschia così fitta da impedire agli aerei di volare in sicurezza.
Gli organizzatori del Gran Premio di Singapore stanno monitorando da vicino la situazione e stanno lavorando con delle agenzie competenti prima di prendere delle decisioni sull’evento. Pensandoci bene è infatti già stato fronteggiato nel 2013 con la nebbia del Buddh International Circuit o in Cina quasi ogni anno, posticipando le sessioni di qualche ventina di minuti. «La possibilità che ci sia foschia è una delle tante complicazioni coperte nel piano di emergenza» ha assicurato un portavoce del GP di Singapore.