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Il 2015 doveva essere l’anno di transizione,il 2016 l’anno ricco di rivincite e vittorie, ed invece a cinque gare dalla fine del mondiale 2016 la Ferrari è ferma ancora al palo con 0 vittorie e solo nove podi (l’anno scorso erano dieci con due gran premi in meno disputati fino a questo punto), nessuno si aspettava una rossa così fragile, debole ed a volte anche lenta,neanche il più scettico dei tifosi, proviamo quindi a fare un analisi e trovare le cause di questa disfatta.

La SF16-H ai nastri di partenza si è presentata come una macchina molto performante e con un motore che non aveva nulla da invidiare alla PowerUnit Mercedes, anzi forse i meccanici in rosso si erano spinti anche troppo il là infatti nei primi cinque gran premi ci sono stati molti guasti tecnici dovuti alla fragilità delle componenti portate spesso all’esasperazione. Chi ne sa un po’ di più però sa che queste vetture moderne non hanno bisogno solo di un potente motore ma anche di un telaio adatto a scaricare a terra tutta la potenza del propulsore; in tal caso la scuderia di Maranello aveva affidato le redini del progetto a James Allison, il quale non ha portato i frutti sperati, sin dai primi gp i piloti si sono sempre lamentati di difficoltà nell’entrata in curva e di scarsa aderenza nelle curve lente (tutto conseguenze che derivano dall’aerodinamica), il tutto non è migliorato con il proseguo della stagione. Quindi oltre ad un progetto errato a livello di telaio ciò che è mancato maggiormente in casa Ferrari a discapito di altri competitor (vedi RedBull), è stato lo sviluppo, il problema aggiornamenti è una rogna che la rossa si porta avanti da qualche anno, puntualmente quando si arriva in Europa e quindi si inizia il percorso di aggiornamento vettura la Ferrari compie dei passi indietro rispetto alle altre scuderie, quest’anno poi è sotto l’occhio di tutto il sorpasso della RedBull che con un propulsore inferiore si è piazzata davanti nel mondiale costruttori facendo valere sulle piste lente un telaio infallibile.

La monoposto di Formula 1 però è composta da un binomio che deve essere perfetto, macchina-pilota, quest’anno oltre alla macchina sembrano mancare un pò anche i piloti con un Sebastian Vettel costantemente nervoso che ha alternato delle buone prestazioni ad altre veramente pessime, molto meglio Kimi Raikkonen che sembra aver trovato nuova linfa vitale dal matrimonio, ma al finnico è sempre mancata quella marcia in più che hanno tutti i più grandi campioni a volte sembra che si accontenti del risultato senza osare quel qualcosa in più. Per il 2017 la coppia pilota sarà la stessa degli ultimi due anni quindi ancora Seb-Kimi, questo perché secondo i dirigenti Ferrari in giro non c’è di meglio, o forse non si produce di meglio, infatti il progetto Ferrari Driver Academy sembra essere un buco nell’acqua dal 2010 ad oggi nessun degno di nota, tranne Sergio Perez (lasciato libero), ed il povero Jules Bianchi, ecco forse iniziare a sviluppare seriamente un progetto piloti può aiutare, per consigli chiedere in casa RedBull.

A livello organizzativo invece stiamo assistendo ad una radicale rivoluzione, il presidente Marchionne in due anni sta portando radicali cambiamenti  a Maranello, stravolgendo l’organigramma ma tutto ciò, sembra non essere ancora sufficiente, quest’anno ricco di aspettative invece si sta trasformando in una raccolta di delusione rimpianti ed occasioni sprecate mentre le altre scuderie diventano sempre più forti. A detta di molti esperti nel mondo della Formula 1 uno dei problemi della rossa è quello di non avere una sede produttiva e tecnologica in Inghilterra (considerata la silicon valley della Formula 1), cosa che hanno i più diretti rivali (Mercedes,RedBull), chissà che al numero uno della Ferrari non venga in mente di adottare questa soluzione per cercare di ridurre il gap e tornare subito o almeno in un futuro più imminente al successo.

La speranza e il desiderio di ogni tifoso Ferrari è quella di vedere tornare a vincere il cavallino il prima possibile, ma in questa stagione di carestia, un successo sarebbe un’oasi nel deserto.