Dopo le dichiarazioni al vetriolo dei giorni scorsi, in cui il Team Principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, ha messo in discussione anche Vettel, e le relative smentite di fraintendimenti, per riportare la pace a Maranello non bastano l’ennesimo quarto e quinto posto. Su una delle piste più tecniche del Mondiale dove la power unit conta e non poco la Ferrari ha fatto registrare velocità di punta inferiori di appena 3/4 kmh rispetto ai rivali della Mercedes. Ma un Gran Premio dove la Rossa è riuscita finalmente a dire la sua, anche grazie alle novità aerodinamiche presentate nella zona anteriore che hanno funzionato, non può essere abbastanza per gettare fango negli occhi dei tifosi e andare avanti.

La verità, cruda e amara, è un’altra. Fin da quando la tecnologia ibrida ha fatto il suo ingresso in Formula 1 il Cavallino non è più riuscito a essere rampante. Il 2016 della Rossa può essere semplificato come una debacle, una batosta inaspettata che ha spiazzato tutti se ripensiamo alle altisonanti premesse di inizio anno. Nonostante l’impegno di tecnici e ingegneri, la Ferrari, permetteteci di rubare un termine appartenente al gergo calcistico, non è mai entrata in partita e si può salvare ben poco di questo 2016. Una rondine non fa primavera e la bella Ferrari vista a Suzuka non può farci dimenticare come la SF16H non eccelle in alcuna delle aree che servono per esprimersi ai massimi livelli in Formula 1.

C’è chi si chiede se Arrivabene sia incapace di tenere unita la Ferrari oppure, proprio le ultime dichiarazioni del Team Principal, hanno portato non pochi addetti ai lavori a pensare che sia capace di farsi terra bruciata attorno, da solo: “Che cosa è successo alla squadra che avrebbe dovuto far resuscitare i fasti dell’era Schumacher? – si chiedono sulla Bild – Domenicali, uomo di fiducia di Arrivabene, andò via prima che potesse arrivare in Ferrari. Andrea Stella lo vedeva bene come ingegnere di pista, ma ben prima di cucirsi la tuta rossa addosso, ha preferito la McLaren. Massimo Rivola, infine, avrebbe dovuto essere il suo braccio destro. Fatto fuori a inizio 2015. James Allison era il garante per mettere in pista una vettura finalmente vincente. E è anche lui si è dato alla macchia (o lo hanno fatto andare)“.

Nonostante si predichi tanto di fare squadra secondo quello che dicono alcuni giornalisti tedeschi, Arrivabene con le sue dichiarazioni destabilizza la Ferrari. Come si dice: i panni sporchi si lavano in casa e non davanti alle telecamere di mezzo mondo alle quali, basta una frase detta a metà per ricamarci chissà quale storia. Come probabilmente non accadeva da almeno un decennio Arrivabene è riuscito nel difficile compito di dividere una squadra, quella stessa corazzata perfetta che appena dodici mesi fa sembrava avere i mezzi per affrontare la Mercedes se non ad armi pari, perlomeno senza sfigurare troppo. Uno schiaffo al Cavallino Rampante che arriva in uno dei momenti più delicati della sua storia recente.