Force India VS Manor: in ballo non i soldi ma la sicurezza

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Alzi la mano chi veramente era sicuro che la ex Marussia sarebbe tornata in Formula 1, dopo il fallimento avvenuto al termine della scorsa stagione. La Manor, con al volante Will Stevens e Roberto Merhi, domenica prenderà parte al Gran Premio d’Australia, prima gara del Mondiale 2015 di Formula 1 con un’evoluzione della vettura 2014 adattata alle nuove norme previste da regolamento 2015. Proprio questa situazione, continua ad andare stretta alla Force India che, nonostante il benestare ricevuto da parte della Federazione Internazionale, in occasione di una riunione dello Strategy Group aveva bocciato il rientro in Formula 1 della Marussia con la vettura 2014. Secondo Bob Fernley la questione dei soldi non sarebbe mai stata presa in considerazione, a preoccupare la Force india è la sicurezza.

«La questione soldi è irrilevante. Anche se la cifra fosse stata distribuita, sarebbe stata ininfluente per i nostri problemi. E non ha nulla a che vedere con le ragioni che ci hanno portato a votare no. La questione principale era che la Manor stava chiedendo ai team una concessione in termini di sicurezza», ha commentato Fernley ai colleghi di Autosport.

Secondo i più maligni, nonostante le rivelazioni della Force India, la scuderia britannica avrebbe provato ad affossare l’ex Marussia per poter accedere a una fetta più grande dei diritti commerciali, per un totale che si aggirerebbe ben oltre i 40 milioni di euro: «Gli auguriamo ogni successo. La questione è che i cambi regolamentari tra 2014 e 2015 sono interamente basati sulla sicurezza – ha continuato – La seconda questione è che sì, bisogna supportarsi l’un l’altro, ma c’è bisogno di una presentazione credibile che spieghi chi c’è dietro il team e la sostenibilità di un progetto. E per quanto si vorrebbe la concessione? Due gare, quattro, sei? Non può essere un’intera stagione, sennò correremmo tutti con una vettura 2014. Non ci è stato fornita alcuna informazione utile in tal senso ed è per questo che abbiamo rifiutato. Dobbiamo rispettare il processo e la governance della Formula1, perché è lì per proteggerci tutti. La sicurezza non può essere compromessa», ha concluso.

Eleonora Ottonello
@lapisinha