Ferrari, a Singapore ritorno alla cruda realtà… o forse no
Nonostante la doppia vittoria portata a casa tra le gare di Spa e di Monza, che di fatto hanno salvato la stagione sottotono della Ferrari, a Singapore il Cavallino Rampante torna a fare i conti con tutte le incognite del caso.
Dopo due velocissimi tracciati dove si sono disputati rispettivamente il Gran Premio del Belgio e d’Italia, la Ferrari, questo weekend scenderà in pista a Singapore. Il circuito di Marina Bay, a differenza di Spa e di Monza, è un cittadino non permanente caratterizzato da curve tortuose, basse velocità di punta e la richiesta di un carico aerodinamico scarso. Per dirla in poche parole: tutti i punti di forza di Mercedes e Red Bull.
E proprio i numerosi dati raccolti tra le gare di Spa e Monza, rafforzano questa idea. In Belgio, ad esempio, nel primo e nel secondo settore della pista, quelli più veloci, la Ferrari riusciva a incrementare sulla Mercedes rispettivamente di sei e quattro decimi. Mentre, nell’ultima parte del circuito, la più lenta e tortuosa, la Rossa perdeva tre decimi e mezzo.
SINGAPORE PISTA MERCEDES/RED BULL
Senza i lunghi rettilinei dove la SF90 può dare prova di tutta la sua potenza del motore e resistenza aerodinamica, caratteristiche imprescindibili per la vettura del team di Maranello, sembra davvero che la Ferrari sarà obbligata a soffrire, e non poco, a Singapore.
Come se già non fosse sufficiente la Mercedes, a rovinare i piani della scuderia italiana potrebbe inserirsi anche la Red Bull. Il team di Milton Keynes, in Belgio ha perso molto di più rispetto alla scuderia tedesca nei primi due settori di Spa. Al contrario, la RB15, proprio nell’ultima parte più guidata, riusciva a girare su tempi davvero vicini a quelli fatti segnare dalla Ferrari. E quindi è anche lecito pensare che su una pista come quella di Singapore, proprio la Red Bull potrebbe tirare fuori dal cappello qualche trucchetto per fare male anche alla Mercedes.
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— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) September 18, 2019
E in Ferrari lo sanno che a Marina Bay la SF90 ha grandi possibilità di tornare a soffrire. Non a caso, in una delle ultime interviste rilasciate proprio in questi ultimi giorni, Mattia Binotto, Team Principal della Rossa, non ha nascosto che in piste tipo quella di Singapore o del Giappone, dove l’aerodinamica è un aspetto fondamentale, sarà difficile “essere in grado di vincere“.
A MARANELLO SI LAVORA ANCORA SULLA SF90
Nonostante in questa ultima parte di stagione, saranno non poche le piste sulle quali la SF90 avrà, almeno sulla carta, delle difficoltà, a Maranello si è deciso di continuare a portare avanti lo sviluppo della monoposto. In primis, sebbene i titoli mondiali siamo praticamente nelle mani della Mercedes, la lotta per il secondo posto in entrambe le classifiche è tutto fuorché da definirsi chiusa.
Se nel Costruttori la Ferrari con i suoi 351 punti ha staccato di ben 85 punti la Red Bull, nel Piloti, sia Leclerc sia Vettel hanno tutte le chance di raggiungere e superare Bottas, secondo a 221 punti. Ovviamente Verstappen permettendo.
NON INTERROMPERE LO SVILUPPO HA I SUOI VANTAGGI
In secondo luogo, portando avanti lo sviluppo della SF90, la Ferrari può avvantaggiarsi per il prossimo anno. La scuderia italiana sfrutterà queste ultime gare della stagione per provare alcuni upgrade che sicuramente faranno il loro debutto sulla monoposto 2020.
La vettura dell’anno prossimo sarà un’evoluzione di quella attuale e l’obiettivo principale del Cavallino Rampante porterà gli uomini della Rossa a correggere i problemi a livello aerodinamico e dell’utilizzo delle gomme.
OCCHIO ALLE SORPRESE
Magari a Singapore la Ferrari non riuscirà a vincere ma potrebbe fare bene. Potrebbe regalare ancora qualche soddisfazione ai tifosi della Rossa che seguiranno con trepidazione la gara, da casa. Che si possa fare bene è convinto anche Binotto che recentemente ha elogiato il pacchetto a basso carico aerodinamico portato in Belgio e a Spa.
Anche se in molti non si aspettano grandi cose dalla Ferrari a Singapore, vediamo cosa ci regalerà questa notte asiatica. Magari è il turno del Cavallino Rampante di tirare fuori il coniglio dal cappello.