Trofeo Bandini, Francesco Asirelli a F1world: “Raikkonen, Domenicali e…”
Francesco Asirelli, presidente dell’Associazione che consegna l’omonimo premio, il Trofeo Bandini, parla della storia del trofeo ma anche della missione iniziata da Bandini e Ferrari
Alle porte della ventinovesima edizione del Trofeo Bandini abbiamo avuto l’onore di intervistare il presidente dell’Associazione Bandini, il Cavalier Francesco Asirelli. Il premio che ogni anno viene consegnato alla personalità di spicco della Formula 1 quest’anno sarà assegnato in ex-aequo a Stefano Domenicali e Massimo Rivola. In quel di Brisighella fremono i preparativi per le tre giornate organizzate dall’Associazione il cui tema verterà soprattutto sulla sicurezza stradale.
Salve dottor Asirelli. Potrei scriverlo io ma lascio quest’onore a lei: innanzitutto, chi era Lorenzo Bandini e qual è la storia di questo trofeo e il suo legame con la scuderia Ferrari?
Lorenzo Bandini nasce nel 1935, e quest’anno consegneremo l’omonimo trofeo proprio il 21 Dicembre, giorno del suo compleanno. I genitori di Brisighella e la madre di Reggiolo, quindi Emiliano Romagnolo DOC. In linea con tutto ciò che è il mondo dei motori in Italia. Sa, quando si arriva in Emilia Romagna la prima cosa che trova è l’autodromo di Misano, e quando la lascia è quello di Piacenza.
A Brisighella c’è Bandini, poco distante c’è Lugo di Romagna dove è nato il Cavallino. Proprio qui c’è l’ingegner Taglioni cioè colui che ha progettato la Dermo 16 della Ducati. C’è Faenza con l’AlphaTauri ex Toro Rosso. Domenicali è Imolese, dopo ventisette anni abbiamo un ex aequo insieme a Massimo Rivola, altro romagnolo DOC.
Infatti proprio quest’anno il premio andrà in ex-aequo a Domenicali e Rivola che hanno anche lavorato insieme in Ferrari. A cosa è dovuta la scelta di assegnare un doppio trofeo?
Per ricevere il trofeo Bandini bisogna essere un pilota o una personalità della Formula 1. Domenicali attualmente è la massima personalità della Formula 1, sostituendo Ecclestone. Rivola ha le stesse caratteristiche essendo cresciuto all’interno dello stesso ambiente, prima in Minardi, poi in Ferrari. La motivazione è molto semplice, riprendendo le parole di Enzo Ferrari su Bandini: “era una persona straordinaria, oltre che pilota era uno di noi” ed è proprio per questo che consegneremo il premio a queste due autorità: entrambi emiliani romagnoli ed entrambi cresciuti in Ferrari nello spirito di Enzo e Lorenzo Bandini.
All’inizio del 2020 non si è svolta la premiazione in presenza a causa della pandemia, quanto è stato difficile? Anche per quanto riguarda le personalità premiate.
Nel 2020 la premiazione si è svolta il 13 Luglio 2021 e il premio è andato a Charles Leclerc. Lui era già nella lista da anni, dato che era un ragazzo che avrebbe dovuto meritarlo già dal 2019. Tuttavia arriva un italiano alla guida dell’Alfa Romeo, Antonio Giovinazzi, e credo che fosse giusto dopo tantissimi anni premiare un italiano alla guida di una vettura italiana. Non abbiamo dimenticato la promessa a Leclerc e quindi abbiamo tentato tre o quattro volte circa e a causa pandemia siamo finalmente riusciti a consegnarlo nell’estate del 2021. Seppur con delle restrizioni è stata fatta la cerimonia al Museo Ferrari.
Il premio in passato è stato consegnato non solo a piloti, ma anche a personalità molto importanti se pensiamo allo stesso Montezemolo. Quali sono altre entità di spicco che hanno ricevuto questo prestigioso trofeo?
L’anniversario della morte di Bandini viaggia insieme all’anniversario Ferrari, quindi ad esempio cinquanta anni della morte di Bandini corrispondono ai settanta della Ferrari. Ad Hoc Domenicali quest’anno è diventato Presidente della F1, ma anche nel ‘97 Montezemolo ha ricevuto il premio, così come Toto Wolff o Piero Ferrari.
RAIKKONEN, HAMILTON E ALTRI CAMPIONI
Nel 2004 il trofeo è stato consegnato a Raikkonen, che proprio una settimana fa ha appeso il casco al chiodo. Per come lo ha conosciuto lei, che persona è Kimi e ha qualche aneddoto particolare da raccontarci legato a quell’edizione?
La manifestazione del trofeo mi piace definirla “naif”, non ci sono molti protocolli, ci si può presentare anche in jeans. Raikkonen quando è arrivato è stato uno dei personaggi, nonostante sia molto schivo, più solare e rilassato. Un ragazzo veramente splendido, come lo è stato Hamilton. Purtroppo Lewis è dovuto andare via subito ma è tornato in seguito. A detta sua ha trovato una cosa rarissima, il “calore umano”, proprio lui mi disse: “il lusso è tutto uguale a New York, a Dubai, qua la cosa è diversa, c’è il calore umano”.
Abbiamo citato Raikkonen, lei ha citato Hamilton, citiamo anche il recente campione del mondo Max Verstappen. Cosa pensa della sua evoluzione in pista? Quali sono stati i suoi punti forti che l’hanno portato alla vincita del titolo?
Sicuramente è maturato, anche anagraficamente. Quando è venuto qui era ancora minorenne, il martedì gli abbiamo assegnato il premio e la domenica ha vinto il GP di spagna. Se guarda l’albo d’oro abbiamo annoverato i nuovi campioni: Alonso, Raikkonen, Verstappen, Rosberg, Hamilton, Vettel. Forse portiamo anche un po’ di fortuna. I piloti ci tengono anche per questo. (ride, ndr)
Speriamo che porti fortuna anche a Domenicali che non può vincere un GP, ma comunque sia di buon auspicio per la stagione che comincerà tra pochi mesi. Ha citato un grande campione del mondo, Alonso, vincitore nel 2005 del trofeo Bandini e del titolo iridato. Cosa pensa del suo ritorno in pista?
Alonso è un grande campione, un combattivo di prima categoria. Purtroppo l’età vale per tutti, ad oggi ci sono molti ragazzi validi in Formula1. Alonso è stato un grande campione e nessuno può metterlo in discussione, tuttavia pensare di vincere un mondiale con Alpine alla sua età è un po’ difficile. Tuttavia è una personalità che da spettacolo, dato che la Formula 1 è anche questo. Alla sua età fa ancora un’ottima figura da campione del mondo.
TROFEO BANDINI ALL’INSEGNA DELLA SICUREZZA
La missione dell’Associazione è anche quella di promuovere la sicurezza stradale, come insegnò ciò che successe a Bandini nel 1967. Ci spiega in che modo state sensibilizzando l’argomento?
Venerdì è stata la prima di tre giornate del Trofeo Bandini, “dalla Formula 1 alla strada di tutti i giorni”. Abbiamo messo su un evento con i ragazzi di quinta superiore tenuto dal dipartimento di polizia stradale di Bologna e presente c’era anche il pilota Matteo Nannini. I ragazzi delle quinte erano 40 in presenza e altri collegati da casa. Questi sono stati momenti di grande emozione, dati i temi trattati. Tali eventi servono anche a ricordare ai ragazzi che la polizia non è solo lo “sbirro”, ma la polizia che ti aiuta anche.
Il programma di sicurezza riguarda anche l’alcol e i giovani alla guida. La morte di Bandini nel 1967 causò una rivolta, si volevano abolire le gare di automobilismo ma Enzo Ferrari rispose che il problema non erano le gare, ma la sicurezza delle automobili e da lì proprio è partito il progetto di sensibilizzazione alla sicurezza stradale da parte della FIA. Dal 94 ad oggi, l’ultimo con Senna, abbiamo avuto un solo morto, con Bianchi che non era dovuto direttamente alle corse ma alla presenza di gru sulla pista.
E invece la serata di Martedì come sarà strutturata?
Lunedi in giornata si terrà un seminario, un po’ diverso da quello di venerdì. Ci sarà Claudio Costa, medico dei piloti di moto e ci sarà anche il medico sportivo dell’AlphaTauri insieme a Nannini, così come il generale delle Forze dell’ordine dell’Emilia Romagna. Bisogna ridiscutere tutta la sicurezza, a partire dalle strade urbane, come il caso dei monopattini. Martedì sera invece si terrà la premiazione insieme alla Safety car guidata da Maylander.
Pericoloso far vedere una Safety car dopo Abu Dhabi…
La Formula 1 è spettacolo, ma anche giustizia. Chi ha deciso questo avrà le sue motivazioni, ma non è stato un finale trionfante, stile “che vinca il migliore”. Tuttavia non doveva vincere la Safety car per la seconda gara in questa stagione.