Ecclestone sulla penalità di Hamilton: “Meritava 30 secondi”

Ecclestone penalità

Credits: Mercedes AMG Petronas press area

Gli animi sono ancora infuocati e il dibattito non si è spento, e così Ecclestone si unisce alla festa dichiarando la sua circa la penalità di Hamilton

Sono diverse le voci che continuano ad aggiungersi alla principale discussione degli ultimi giorni. Ovvero riconoscere la validità o meno del giudizio dei commissari di gara durante il Gran Premio di Gran Bretagna. Tra queste troviamo anche quella di Bernie Ecclestone, il quale ha recentemente dichiarato che, secondo lui, la penalità inflitta a Hamilton sia fin troppo esigua. In realtà, Ecclestone non nega che personalmente non vede altro che un incidente di gara in ciò che è accaduto alla Copse fra Verstappen e il pilota britannico. 

 

Tuttavia, se davvero gli steward hanno pensato fosse giusto assegnare prevalentemente a Hamilton la responsabilità dell’accaduto, a quel punto bisognava agire con maggiore determinazione: “Di chi era la colpa? Bisogna dire di Lewis. Prima dicevo che è stato un incidente di gara. In passato lo avremmo giudicato così. Perché era chiaro che tutti stavano facendo del proprio meglio per vincere il Campionato. Ma se per i commissari è stato necessario intervenire, avrebbero dovuto dargli una penalità maggiore di 10 secondi. Sarebbero dovuti essere 30.” ha infatti dichiarato ieri al quotidiano britannico “Daily Mail”.

Secondo l’ex pilota inglese, una volta appurata l’esigenza di assegnare una penalità, allora questa deve essere commisurata al danno commesso: “Lewis non era davanti quando si sono scontrati. Non era la sua curva, era quasi una macchina indietro. Quindi lo ha colpito da dietro e non davanti“. Così stanti le dinamiche dell’incidente, sarebbe dunque irrazionale per Ecclestone attribuire una penalità di soli dieci secondi: “Dieci secondi non era la quantità giusta da dargli. La punizione non corrisponde al crimine. Se davvero dovevi dargli una penalità, penalità di cui non c’era neanche bisogno, questa non era quella corretta. Non era sufficiente“.