Diritti umani e Formula 1: un rapporto che non convince
A parole la Formula 1 si dimostra sempre in prima linea quando si tratta di diritti umani. Con i fatti, però, la musica sembra essere ben diversa
Si dice che l’apparenza a volte inganni. Questo può benissimo essere il riassunto del rapporto che coinvolge la Formula 1 e il suo impegno verso i diritti umani. La situazione è simile a quella che creò nel calcio con i Mondiali in Qatar, con il paese ospitante e la FIFA messi sotto lente d’ingrandimento. A differenza di quanto appena scritto, la massima serie pare sia esente da questa tipologia di critiche.
La stagione più lunga di sempre (con ben 23 Gran Premi) sta per prendere il via in Bahrain, un paese che è stato descritto come “desolante” in materia di difesa dei diritti umani. A questo proposito la Formula 1 si è sempre tutelata affermando che “si impegna a rispettare i diritti umani, ribadendo la sua posizione a tutti i partner e ai paesi ospitanti che, a loro volta, si impegnano a rispettarli“. Tuttavia, a distanza di dieci anni la situazione non sembra affatto cambiata. Anzi, l’unica vera novità, ad oggi, resta il rinnovo del circuito di Sakhir almeno fino al 2036, uno dei contratti più lunghi della storia.
BREAKING: The Bahrain Grand Prix will remain on the calendar until 2036! 🗓️#F1 pic.twitter.com/eThvkzVOlc
— Formula 1 (@F1) February 11, 2022
La lista si allunga con Baku, la tanto discussa Budapest, la “new entry” Qatar e tante altre…
Il caso non si ferma solamente al Bahrain. Il Circus infatti, il weekend del prossimo 17-19 marzo si sposterà in un altro stato che non naviga certo in buone acque: l’Arabia Saudita. Quest’ultima, da questo punto di vista, è costantemente definita come uno dei peggiori paesi. L’esempio più lampante ci riporta proprio al GP dello scorso anno dove, nel corso della prima sessione di prove libere, ci fu un attacco missilistico a soli dieci miglia dal circuito. Evento che, tra l’altro, non bastò a convincere gli organizzatori a interrompere il weekend.
E non è finita qui, poichè la lista si allunga. Azerbaijan, Ungheria, Singapore, Qatar, Abu Dhabi… Sono solo alcuni degli stati in cui la massima serie del motorsport fa tappa e in cui sono state commesse violazioni. La stagione ormai alle porte si prospetta come una delle più affascinanti degli ultimi anni, anche se non mancheranno di certo le polemiche appena la Formula 1 toccherà il suolo di queste nazioni, con la concreta possibilità di finire sotto i riflettori proprio come accaduto al calcio.
🚨| An Aramco facility near the Jeddah Corniche Circuit has been struck by a missile attack. The smoke from the attack is visible around the track. #f1zone pic.twitter.com/0GvcdJQzJb
— F1 Zone (@FormulaOneZone) March 25, 2022