Dio benedica il nuovo regolamento pneumatici Pirelli
Se ne è parlato per l’intero inverno, si è provato a comprenderlo, si sono fatte tante battute e ci si è procurati dei grandi mal di testa solamente nel leggerlo : sto parlando, ovviamente, del nuovo regolamento pneumatici per la stagione 2016, che porta a tre il numero di mescole a disposizione dei team per ogni weekend (scelte dalla Pirelli sulle cinque disponibili) e concede loro una certa libertà su quanti treni di gomme scegliere per ogni mescola (su un massimo di 13 set utilizzabili).
Ebbene, ieri abbiamo potuto vedere per la prima volta all’opera questa novità, e, devo dire, essa ha sicuramente i suoi lati positivi. Purtroppo c’è anche qualcosa di meno convincente, ma ciò è dovuto al trend preso da questo sport negli ultimi anni piuttosto che a questo cambiamento regolamentare.
LATI POSITIVI
Se delle corse automobilistiche, oltre a quello tecnico e velocistico, vi appassiona anche l’aspetto strategico, allora sicuramente ieri non sarete rimasti delusi dal copione che ci è stato offerto in gara. Dei primi sei piloti giunti al traguardo del gran premio di Australia cinque di essi hanno utilizzato una strategia gomme diversa tra loro, solamente Rosberg e Massa hanno optato per la stessa strategia.
Occorre considerare che una delle maggiori critiche che apportavo alla Formula 1 degli anni passati era che i piloti della top 10 fossero costretti ad optare quasi sempre per la stessa strategia gomme in gara a causa di sole due mescole a disposizione di cui una imposta in partenza a causa del suo utilizzo nella Q3 delle qualifiche del sabato. Inoltre, tutto ciò imponeva che i piloti rientrassero ai box per il cambio gomme ad uno o due giri di distanza l’uno dall’altro, rendendo di fatto l’andamento del gran premio molto prevedibile e facendo sì che spesso tutto si esaurisse nei cosiddetti “sorpassi ai box”. Quest’anno, invece, l’introduzione di una terza mescola per il weekend ha fatto sì che ci fosse una variabile in più in gioco, rendendo di fatto le cose un po’ meno prevedibili, o, perlomeno, ha offerto la possibilità ai team di azzardare (come nel caso Mercedes) e di fare scelte completamente diverse rispetto agli avversari. In una Formula 1 soffocante che impone regole su regole, rendendo moltissimi aspetti tecnici standardizzati ed uguali per tutti i contendenti, questo cambiamento rappresenta sicuramente qualcosa di positivo. Ed in effetti, guardando il gran premio di ieri non si aveva la certezza delle mosse che i diversi team avrebbero fatto : se Hamilton si è gioco forza dovuta buttare su uno stint lunghissimo con le Medium per recuperare il terreno perso in partenza, Vettel ha optato per le due gradazioni più morbide (Soft e Supersoft), mentre Rosberg e la Toro Rosso hanno utilizzato tutte e tre i compounds a disposizione (primo stint in Supersoft, secondo in Soft e terzo in Medium).
LATI NEGATIVI
Uno dei lati negativi, come detto precedentemente, è una diretta conseguenza del trend preso da questo sport nell’ultimo decennio. Con un regolamento tecnico che impone cilindrata, corsa, alesaggio, angolo di banco, numero di giri e portata carburante uguale per tutti, questa maggiore libertà di scelta delle mescole contribuisce sempre di più a trasformare la Formula 1 da un campionato del mondo costruttori in un campionato mondiale delle gomme. Insomma, se questa modifica da un lato apre un ventaglio di nuove variabili in gara, resta il fatto che esse ricadono tutte nel settore dei pneumatici, confermandone ancora una volta il ruolo cruciale nel determinare l’esito dei gran premi.
Inoltre, continuo a reputare sbagliato che i piloti della top 10 siano costretti a partire in gara con le mescole utilizzate durante la Q3 : poiché durante l’ultima sessione di qualifiche si è costretti dal regolamento ad usare la mescola più morbida (scelta abbastanza logica questa, perché la necessità di fare il tempo impone di optare per la gommatura più soffice), ciò determina che il primo stint la domenica venga percorso da tutti i primi 10 piloti con le stesse mescole, per di più quelle più tenere del lotto, rendendo il tutto anche abbastanza incongruente dal punto di vista tecnico. Infatti, ci si aspetterebbe che al via con le monoposto pesanti per il carico benzina la scelta ricada sulla mescola più dura, proprio in virtù del maggior peso della vettura. Ma questa purtroppo è una delle tante anomalie imposte ai contendenti.
Infine, siccome i pneumatici diventano sempre più decisivi si spera che a tutti i team vengano assegnate gomme uguali nella composizione, senza favoritismi di alcun caso. L’assegnazione dei pneumatici avviene oggi casualmente tramite barcode, quest’ultimo noto solo alla Pirelli però.