Caso Red Bull, Ecclestone: “Sanzioni penali in caso di ritiro” 20 Ottobre 2015 Anna Polimeni Credits: Red Bull Content Pool La saga Red Bull sembra non trovare un epilogo, tra minacce e passi indietro il team non ha ancora un motore per la prossima stagione. Nonostante la casa austriaca abbia un contratto con la FIA sino al 2020, più volte durante la stagione, i suoi manager hanno fatto sapere che se non troveranno un buona opzione per il 2016 potrebbero ritirarsi dalla competizione. A Sochi sembrava che a Milton Keynes fossero pronti a ritirare le parole dette e a chiedere scusa alla Renault per continuare la partnership, ma la casa francese ha smentito il tutto aggiungendo che un nuovo accordo sarebbe “improbabile”. Tuttavia, in casa RedBull non avevano fatto i conti con il Patron Ecclestone; secondo il boss, se il team decidesse di lasciare la F1 incorrerebbe a delle sanzioni penali. “La RedBull potrebbe alzarsi in aula e dire: ok abbiamo un impegno ma non abbiamo un motore– spiega Ecclestone– e a quel punto io direi che il team ha firmato un contratto secondo il quale loro avevano un motore.” Le critiche arrivano anche dal Team Principal della Sauber Monisha Kaltenborn: la quale, in poche ed efficaci parole, afferma che la RedBull dovrebbe “arrangiarsi con quello che ha come ha fatto la Sauber fino ad adesso” e aggiunge “Perché noi si e loro no?!” I due team hanno 10 anni di collaborazione alle spalle: la casa austriaca, infatti, era lo sponsor principale della Sauber. Tutto finì bruscamente quando, nel 2001, Peter Sauber ingaggiò un giovane Kimi Raikkonen al posto del pupillo RedBull Enrique Bernoldi e il proprietario Mateschitz, non contento, vendette le quote maggioritarie. Da allora, come afferma la stessa Kaltenborn, i rapporti tra i due non sono dei migliori: “Era meglio allora, quando eravamo partners. Adesso il team è cambiato molto, forse è stato il successo…non lo so.” Tags: 2015, Bernie Ecclestone, Dietrich Mateschitz, Monisha Kaltenborn