Credits: Alpine, media website
Il caso Oscar Piastri, iniziato durante la pausa estiva della Formula 1, con l’annuncio da parte dell’Alpine e poi la smentita del diretto interessato, sta diventando una sorta di telenovela. Conteso per il 2023, sia da Alpine e sia da McLaren, il destino del pilota australiano sarà deciso dalla Commissione per il Riconoscimento dei Contratti della FIA.
Nei primi giorni della pausa estiva, l’annuncio a sorpresa del trasferimento di Fernando Alonso dall’Alpine all’Aston Martin, ha portato la stessa Alpine ad annunciare la promozione del giovane pilota australiano nel team nel 2023. Oscar Piastri, però ha prontamente smentito la notizia, rifiutando di fatto la promozione come pilota ufficiale del team anglo-francese, convinto di avere un contratto valido per passare in McLaren al posto di Daniel Ricciardo. La diatriba che è nata tra i due team e il pilota, ha portato all’azione per vie legali, con tanto di verdetto FIA sulle sorti dell’australiano, atteso per i prossimi giorni, forse per lunedì.
In passato la Commissione per il Riconoscimento dei Contratti della FIA è stata coinvolta, per sistemare la controversia derivante dal passaggio di Michael Schumacher dalla Jordan alla Benetton, e la successiva cacciata di Roberto Moreno da quest’ultimo. Solitamente la Commissione opera silenziosamente dietro le quinte, e in primo piano soltanto quando si tratta di una controversia di alto profilo.
Si fa riferimento al Regolamento Sportivo FIA, Appendice 5, sezione attualmente vuota e caratterizzata da una nota che indica “riservato all’uso esclusivo dei concorrenti iscritti al Campionato del Mondo FIA di Formula 1″.
I dettagli completi di come opera sono sanciti nel Patto di Concordia, e quindi non ampiamenti conosciuti, nemmeno all’interno del paddock di Formula 1.
La Commissione per il Riconoscimento dei Contratti esiste indipendentemente dalla FIA. Il suo ruolo consiste nel raccontare al corpo governante, quale team ha un contratto valido con un pilota, e ha il diritto di detenere una superlicenza per conto loro.
La sua funzione è quella di archivio di tutti i contratti di piloti ufficiali di Formula 1, di riserva e di test driver, o almeno le sezioni chiave. I team non sono necessariamente obbligati a presentare tutto il documento, dato che i contratti sono completi e contengono questioni di marketing, e così via.
Quando si avvia una disputa, tre avvocati si riuniscono e rivedono gli elementi di tutte le parti. Infine, sono tenuti a fornire un esito entro tre giorni dall’udienza.
In passato sono stati diversi i casi, che la Commissione si è trovata a dover risolvere, tra cui con il pilota David Coulthard quando ha provato a lasciare la Williams per la McLaren nel 1995. Qualche anno più tardi, anche con Jenson Button quando voleva lasciare la BAR per la Williams.
Un altro caso, finito con un processo è stato con Timo Glock nel 2007: “Ero test driver della BMW Sauber nel 2007. Avevo ricevuto un’offerta per un sedile in Toyota, e BMW prese la decisione di darmi un suo sedile, cosa che non fecero. Ma in udienza, dissero che lo avevano fatto”.
“Non riesco a ricordare il numero di ragazzi che erano seduti nella stanza. Ma c’erano gli avvocati incaricati, che si guardavano da entrambi le parti. Tutti dovevano dire la loro. BMW espresse la sua posizione, e anche noi. Poi, chiaramente è arrivata la decisione,” ha così raccontato Timo Glock ad Autosport.
“Decisero che BMW non aveva offerto nessun sedile, cosa che aveva fatto Toyota. Perciò ero libero di andare. Una situazione imbarazzante, ma dovevamo andarci, per difendere il nostro punto d vista. Quindi la situazione, secondo la Commissione era chiara”.
“Volevano tenermi come pilota di riserva, ma alla fine non c’era nessun sedile da corsa. Non mi avevano mai fatto quella proposta. Perciò, è stata una cosa semplice e veloce. Penso che per Piastri, arriverà lunedì o forse ci vorrà un po’ più di tempo!“ ha così aggiunto l’ex pilota tedesco.
Glock ha poi aggiunto che è stato un ottimo processo: “Se hai problemi come questo, e hai un punto di vista chiaro pur non essendo avvocato, o nel Comitato, puoi procedere per vie legali. Penso che sia una grande cosa. Altrimenti, dovrai lottare per sempre“.
“Sarà interessante vedere cosa decideranno sul caso Piastri, e in quale situazione legale si trovano. Ogni lato ha il suo punto di vista,” ha così aggiunto pensando al giovane pilota australiano.
Tuttavia, nel caso in cui Alpine dovesse vincere il caso, la situazione creatasi avrà sicuramente incrinato i rapporti con Oscar Piastri, con lo stesso pilota ormai non più candidato per gareggiare con il team di Enstone nel 2023.
Il team Alpine potrebbe quindi venderlo agli altri team interessati al loro pilotino. In pole position, a questo punto potrebbe esserci la McLaren. In alternativa, potrebbero farsi avanti anche AlphaTauri, Williams, Alfa Romeo e Haas, ovvero le squadre che tuttora non hanno completato la line-up piloti per la prossima stagione.
Secondo alcune voci di corridoio, Alpine sarebbe interessato a trattare con Pierre Gasly, il quale affiancando Esteban Ocon formerebbe una coppia di piloti francesi.
D’altro canto, se la McLaren non riuscisse a ingaggiare Piastri, al di là della decisione della Commissione o di altre mosse di Alpine, dovrà trovare qualcun altro per sostituire Daniel Ricciardo.
Se Alpine dovesse perdere, ci potrebbe essere un’altra azione legale. Il team principal, Otmar Szafnauer ha fatto intendere che Alpine, potrebbe agire con la richiesta di risarcimento danni, per tutti i fondi spesi per la formazione di Oscar Piastri, inclusi i test e così via.