Caso FIA, offerti 20 miliardi per l’acquisto dei diritti della Formula 1

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Giorni piuttosto tesi in casa FIA, dove il presidente, Mohammed Ben Sulayem si mostra preoccupato sulle voci di un offerta da 20 Miliardi per l’acquisto dei diritti della Formula 1
Stando a quanto affermato da alcune notizie il fondo sovrano dell’Arabia Saudita avrebbe espresso un particolare interesse nei confronti di Liberty Media ad acquistare i diritti della Formula 1. Secondo quanto riportato da Bloomberg (portale di informazioni) la cifra offerta ammonta a 20 miliardi. A questo punto, il presidente della FIA decide di intervenire con toni preoccupati sull’accaduto, focalizzando l’attenzione sulle ripercussioni di questa generosa offerta. “In qualità di custode del motorsport, la Fia, quale organizzazione senza scopo di lucro, è cauta riguardo al presunto valore gonfiato di 20 miliardi attribuito alla Formula 1″ annuncia Ben Sulayem con un tweet.
“Si consiglia a qualsiasi potenziale acquirente di applicare buon senso, considerare il bene dello sport e presentare un piano chiaro e sostenibile, non focalizzando l’attenzione solo sui soldi.“ In seguito il Presidente della FIA sottolinea la sua responsabilità e quella della Federazione sulla Formula 1: “E’ nostro dovere. E’ nostro dovere considerare quale sarà l’impatto in termini di aumento delle tariffe di hosting e altri costi commerciali e qualsiasi impatto negativo che potrebbe avere sui tifosi“.
Tuttavia, per ora si trattano solo di voci, per cui un offerta sul piano concreto non sarebbe mai avvenuta. In seguito, il presidente della FIA si apre ai microfoni della stampa parlano del caso dell’offerta dell’acquisto dei diritti della Formula 1 , e di come la cifra sia ‘troppo alta‘ rispetto al reale valore. “L’offerta è francamente esagerata. Parlando con buon senso, può valere così tanto la Formula 1? E se si, come è possibile recuperare quei soldi? In realtà serve un piano concreto e fattibile , che non rischi solo di moltiplicare i costi. Fino ad ora, però si tratta di voci“ conclude Ben Sulayem.