Caro benzina, crolla il prezzo alla pompa: col bonus Tramp la paghi il 10% meno | Il merito è tutto suo

Il presidente USA Donald Trump - F1World.it

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I dazi imposti dal presidente USA rischiano di piegare il settore dell’automotive: ad oggi, però, a sorridere sono i cittadini.

Una parolina tutt’altro che magica, che riporta indietro ad un’altra epoca e il cui impatto sulle nostre vite quotidiane nel lungo periodo promette di essere inversamente proporzionale alla sua lunghezza.

L’inizio del mese di aprile ha fatto sì che “dazi” diventasse uno dei termini più googlati dagli italiani e non solo. La decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre la tassa sui prodotti che gli USA importano dall’estero ha seminato il panico ovunque.

Il crollo delle Borse è solo la conseguenza più immediata, mentre l’allarme degli imprenditori di tutto il mondo sposta il focus sugli effetti a lungo termine di una politica dalla quale sembrano prendere le distanze anche autorevoli economisti americani.

Il made in Italy, che ha per tradizione un riferimento nel mercato USA, rischia di andare incontro a conseguenze devastanti, e l’inflazione può tornare a metterci a stecchetto.

I dazi fanno male all’economia? Il primo effetto fa sognare gli automobilisti

Trump ha optato per il pugno di ferro per tutelare il proprio mercato interno. Del resto, chi di dazio ferisce, di dazio perisce, avrà pensato Donald rispetto all’Unione Europea, che nel 2024 aveva deciso di alzare quelli sulle importazioni di auto elettriche cinesi, accusate di causare un danno economico ai produttori interni all’Ue.

Già, la sfera dell’automotive rischia di essere una di quelle più coinvolte dalla politica neo-protezionista di Trump. Chissà cosa ne penserà l’amico Elon Musk con la sua Tesla, solo una delle tante imprese statunitensi che rischiano di essere messe in ginocchio. Fatto sta che, almeno per il momento, la politica trumpiana un beneficio l’ha portato. E, incredibile a dirsi, a esultare sono i consumatori.

I dazi USA fanno crollare il prezzo della benzina - F1World.it
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L’incubo recessione fa crollare il prezzo della benzina: Trump inguaia anche il Cremlino

L’introduzione dei dazi ha infatti determinato il crollo delle quotazioni dei combustibili fossili, in particolare gas e petrolio. Facile quindi immaginare a breve una sensibile riduzione del prezzo di benzina e gasolio alla pompa e magari, nel lungo periodo, delle bollette di casa. Il Brent è sceso in pochi giorni da 75 dollari al barile a 64,2, il gas è crollato a 7 euro al megawattora. Ma perché sarebbe “merito” dei dazi? In sostanza la paura della recessione significa meno consumi e quindi meno domanda di barili.

Se lo scenario si prolungasse per lungo tempo si potrebbe anche pensare ad un freno per l’inflazione, ma è meglio non illudersi, dal momento che nel lungo periodo crollerebbe il potere d’acquisto. Il tutto a meno che Trump non ci veda talmente lungo da aver immaginato che il crollo del prezzo del petrolio russo Urals riduca gli incassi per il Cremlino e renda difficile mandare avanti la guerra in Ucraina. Quello sì che sarebbe un toccasana per la nostra economia…