Carlos Sainz 2021 Ferrari

Credit: @Scuderia Ferrari Press Office

QUANDO VENNE ANNUNCIATO IL PASSAGGIO DI CARLOS SAINZ ALLA FERRARI, LO SPAGNOLO VENNE DEFINITO UNA SECONDA GUIDA.

Una deduzione logica ma coi suoi asterischi. Fino a questo momento, nonostante alcuni importanti errori, Carlos Sainz è riuscito a sfruttare a suo favore le occasioni che gli sono capitate tra le mani. Tre dei quattro podi ottenuti in questo 2021 portano la firma del madrileño e a Sochi, finalmente, il mondo si è accorto delle qualità del pilota che porta in pista la vettura #55.

Il 27enne lo aveva detto, fin dal giorno della sua presentazione: “Non ho firmato per essere una seconda guida“. E così è stato.
Nessuno poteva essere sicuro se effettivamente Carlos Sainz fosse stato più lento del suo compagno, Charles Leclerc. Il monegasco è un talento puro, questo nessuno lo mette in dubbio; lo spagnolo è solido, costante, maturo e soprattutto, nonostante il biennale che lo lega alla Ferrari, non vuole essere uno dei tanti passati da Maranello.

Nel GP di Russia ha tenuto botta. Non è naufragato sotto la pioggia. È riuscito a portare a 17,5 punti il passivo nei confronti della McLaren, un’iniezione di fiducia. Ma a Maranello non possono stare eccessivamente tranquilli tenendo conto dell’attuale stato di forza del team britannico.

BOTTINO AMARO PER IL FIGLIO D’ARTE

Le qualità di pilotaggio dello spagnolo non sono un mistero per nessuno. Eppure, a 27 anni, lo spagnolo non è ancora riuscito a vincere il suo primo Gran Premio di Formula 1 in carriera.
Al suo attivo può contare su 5 podi, ottenuti tra McLaren e Ferrari e 1 giro veloce. Qualcuno potrebbe definirlo un bottino amaro, considerando le sette stagioni in cui ha corso nel Circus. Ma la storia ci ha insegnato che la Formula 1, esattamente come la vita, è un mix di occasioni e opportunità.

La vera forza di Carlos Sainz è stata la sua costanza. Fin dal suo debutto nella classe regina del Motorsport, nel 2015. Carlitos non ha mai sfigurato nei confronti dei suoi compagni di squadra.
Il figlio d’arte ha una capacità, come forse pochi altri, di riuscire a ottimizzare quanto possibile, tanto da riuscire a tenere il passo di un talento come Max Verstappen, nell’anno del debutto, arrivando ad affermarsi come pilota di riferimento in McLaren. Forse, l’unico anno in cui ha avuto delle difficoltà è stato nel 2018, ai tempi della Renault.

ALLA FERRARI PIACCIONO LE SECONDE GUIDE?

Storicamente a Maranello è sempre piaciuto dare un ruolo definito a entrambi i piloti. È successo con Schumacher e Barrichello. Poi anche Massa e Raikkonen si sono ritrovati nel difficile compito di supportare il driver di punta. Nel corso di questi ultimi anni c’è anche chi è riuscito a “sovvertire la tradizione“.
Nel 2019, Leclerc, doveva essere l’apprendista al servizio di Sebastian Vettel. Il monegasco avrebbe dovuto aiutare il tedesco a conquistare il titolo iridato, assorbendo quanti più trucchi potesse dal compagno di squadra. Charles, incoronato numero uno del team, fu probabilmente uno dei motivi per la frettolosa partenza da Maranello di Seb.

Ma anche il caso di Massa, potrebbe essere di buon esempio per Sainz. Nel 2008 Kimi Raikkonen, campione del mondo in carica, aveva tutte le carte in tavola per confermarsi a fine stagione.
Ma si sa, le cose non vanno sempre come si vorrebbe. Il brasiliano ha tenuto testa al finlandese, è stato più veloce e regolare del compagno di squadra, tanto da arrivare a giocarsi il mondiale, a fine anno, con Hamilton. E, in più di un’occasione, Kimi ha dovuto cedergli la sua posizione.

FIGLIO DEL PREGIUDIZIO

Nato all’ombra di un ingombrante padre e cresciuto nel mito di Alonso. Non sono pochi i pregiudizi che hanno accompagnato la carriera del madrileño. Un buon pilota, uno di quelli che ti fanno fare punti. Forse adatto anche a farsi da parte, se richiesto. Una specie di Bottas, per intenderci. Niente di più falso.
Carlos Sainz non corre in Formula 1 per fare numero: nel 2019 ha conquistato, per la McLaren, il primo podio della nuova era; nel 2021, per la Ferrari questa volta, ottiene il primo podio stagionale, a Monaco, una delle piste più difficili del campionato.

Il suo modo di fare pacato, sempre politically correct, lo ha fatto passare inosservato all’interno del paddock. Avrebbe potuto essere distrutto dai vari Verstappen, Norris, Leclerc. Ma così non è stato. Perché Carlos Sainz è uno che crede nei propri mezzi e sembra essere davvero pronto per quel definitivo salto di qualità.

CARLOS E CHARLES SI COMPENSANO

La pioggia avrebbe potuto rovinare la festa, a Sochi, ma lo spagnolo e la Ferrari sono rimasti lucidi e decidendo di montare le gomme intermedie, sono riusciti a salire sul gradino più basso del podio.
Il Cavallino Rampante dispone di una delle coppie tra le più competitive del panorama della Formula 1.

A differenza di quello che si potrebbe insinuare, Carlos e Charles hanno un buon rapporto. Il monegasco stimola lo spagnolo a migliorarsi e il contrario. E i due in qualche modo si completano.
L’irruenza del monegasco compensa la razionalità dello spagnolo; la velocità di Charles compensa la concretezza di Carlos. Un’equilibrio forse perfetto, che col giusto rodaggio, potrebbe far tornare la Rossa sul tetto del mondo.

Gli 8,5 punti che dividono Leclerc e Sainz sono utili allo spagnolo per saldare i conti con i detrattori. Si è adattato bene alla monoposto fin da subito e sebbene abbia dovuto lottare ogni giorno per non farsi oscurare dal più ingombrante compagno, Carlitos è pronto per puntare in alto. La sfida è importante. E quando si affronta in quel di Maranello, è anche peggio. Ma sono questi i duelli di altri tempi che ti cambiano la vita. In meglio o in peggio.