Buon Compleanno Formula 1! 65 anni e non dimostrarli

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Oggi 13 maggio 2015, la Formula 1 compie 65 anni. Fin dalla sua nascita nel lontano 1950, la Regina del Motorsport, ha incuriosito, eccitato, fatto sognare, emozionato il pubblico di tutto il mondo. Ma allo stesso tempo, ha fatto arrabbiare, piangere i suoi stessi fans e tutti coloro che in qualche modo lavorano, sono legati alla Formula 1. Abbiamo gioito per le vittorie dei nostri piloti, e le nostre scuderie del cuore, ma anche piangere per una sconfitta, o in occasione di incidenti ai nostri idoli, molti dei quali purtroppo sono deceduti in seguito a questi incidenti, insomma possiamo dire che nelle menti di tutti noi sono impressi immagini, fatti indelebili di questi 65 anni di storia della Formula 1, ad esempio sorpassi spettacolari, rimonte, vittorie incredibili, inaspettati. Abbiamo visto scendere in pista numerosi campioni, eterni rivali, protagonisti in pista di sorpassi, rimonte, vittorie. Un esempio: Juan Manuel Fangio, Jim Clark, Niky Lauda, James Hunt, Clay Regazzoni, Gilles Villeneuve, Alain Prost, Ayrton Senna, fino ai giorni nostri con Michael Schumacher, Mika Hakkinen, Fernando Alonso, Sebastian Vettel, Lewis Hamilton, giusto che citare alcuni.

La Formula 1 è sinonimo di eccellenza, innovazione, coraggio, glamour, tecnologia, potenza, sport, velocità, sfide, possiamo dire che è difficile trovarlo in altre categorie motoristiche. Ogni pilota fin dalla nascita del Circus, quando scende in pista ha un solo obiettivo: la velocità.

Molte cose sono cambiate in questi 65 anni: nel 1950 quando fu lanciato il primo Campionato, c’erano abitacoli aperti, niente cinture di sicurezza e dei semplici occhialoni come visiera, inoltre le vetture erano concepite per il solo scopo di andare veloce, non c’erano cure, attenzioni particolari per l’aerodinamica, il motore era posto anteriormente, e c’erano freni a tamburo, oggi dopo 900 Gran Premi disputati in più di 30 paesi, nel 2015 abbiamo una prospettiva di Formula 1 completamente rinnovata, diversa, con le vetture che nascono combinando l’aerodinamica con le complesse power unit e sistema di frenata. Enzo Ferrari diceva: «l’aerodinamica è per gente che non può costruire motori». I piloti di oggi riescono a correre a più di 300 km/h affrontando forze in curva di 4g, facendo in modo più sicuro rispetto ai loro predecessori, i quali dovettero aspettare il 1960 prima di poter scendere in pista con le prime misure di sicurezza adottate.

Il 13 maggio 1950, ci fu il primo Gran Premio della storia della Formula 1, a Silverstone, un autodromo ricavato da un ex base aerea della Royal Air Force, dove anche oggi si disputa il Gp di Gran Bretagna nonostante le modifiche che il circuito ha subito nel corso degli anni. I concorrenti iscritti erano 24, mentre 22 sono stati ammessi alle prove, e ventuno sulla  griglia di partenza (il primo non qualificato della storia fu il pilota bresciano Felice Sonetto su Maserati). La scuderia favorita era l’Alfa Romeo, con la 158 detta Alfetta, un progetto nato prima della guerra dalla Scuderia Ferrari nel 1937 e siglato da Gioacchino Colombo (durante la guerra, si correva di rado solamente in Sudamerica), la vettura si presenta in griglia con un 350 CV sotto il cofano e una squadra completamente rinnovata. I piloti favoriti erano Farina insieme al veterano Fagioli e il sudamericano Juan Manuel Fangio, ovvero le “3F”, insieme ad un quarto pilota, ovvero l’inglese Pamell, sostituirono la formazione del 1949 quando ci furono Wimille su una Gordini, e l’italiano Trossi.

L’Alfa Romeo 158, monopolizza le prove conquistando le prima quattro posizioni; Farina guida 63 dei 70 giri in programma siglando il giro più veloce. Pensare che per soli sette giri, non realizza il primo Gran Chelem della storia (Jim Clark, siglò pole, giro più veloce e vince partendo dal primo posto in griglia per 8 volte nella sua carriera), mentre si accontentò di quello che poi si sarebbe definito il primo hat trick della storia. Fangio, si ritira a otto giri
dal termine per un problema alla pompa dell’olio; Fagioli terminò secondo mentre Parnell salì sul terzo gradino del podio. Per la Scuderia Italiana, è un trionfo, così come lo sarà per tutta la stagione, tranne la 500 Miglia di Indianapolis che fu in calendario, ma molti piloti soprattutto europei la disertarono: su 7 gare, la 158 trionfò in cinque Gp, e nell’ultimo Gp della stagione, ci fu l’Alfetta 159, che era  equipaggiata con il ponte posteriore De Dion.
Il torinese, Giuseppe Farina, detto anche Nino, fu il primo pilota a laurearsi campione del mondo, ha soli 44 anni nel 1950. Quindi l’Italia è stata una grande protagonista in quel anno in questa categoria e anche nel corso della storia del Circus anche se è dal 1953 (quando vinse Alberto Ascari con Ferrari) che l’Italia non vince un mondiale piloti.

Oggi malgrado le difficoltà che sta affrontando la Formula 1, vogliamo fare un augurio che le cose vadano bene, che ritorni ad essere la categoria di un tempo, recuperando fans che hanno perso l’entusiasmo di seguire le corse, che continui a riempire le tribune nei autodromi di tutto il mondo ed ad essere amata.