Bishop: “Un pilota omosessuale in Formula 1 modello per gli altri”
Il tema dell’inclusività in Formula 1 è diventato uno degli argomenti più importanti per il Circus. Hamilton e Vettel sono stati i pionieri sotto punto di vista. Ma, tra tanti passi in avanti, forse è ancora presto per accogliere un pilota omosessuale in griglia
Matt Bishop, ex Chief Communications Officer di Aston Martin, è uno dei pochissimi uomini omosessuali che gravitano attorno all’ambiente della Formula 1. L’inglese è attivo nella massima serie automobilistica da quasi trent’anni. Prima come giornalista, poi con incarichi di comunicazione alla McLaren e, ultimamente, proprio nella scuderia con sede a Silverstone. Quando ha fatto il suo debutto nel paddock, era probabilmente l’unico uomo omosessuale del paddock.
Here’s a personal announcement. I’ll be leaving Aston Martin on 30 December 2022. I joined on 1 January last year, so I’ve done 2 years. I’ve enjoyed my time as an Aston Martin man enormously, despite the many challenges, &, all in all, I think we launched the team well. (1/3) pic.twitter.com/0zE7EIw7Pg
— Matt Bishop 🏳️🌈 (@TheBishF1) November 30, 2022
Soprattutto nel corso degli ultimi anni, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, hanno iniziato a far sentire la loro voce, sfruttando la loro popolarità di piloti, per portare l’attenzione su argomenti estremamente importanti a livello sociale e civile: “Hamilton è un modello di comportamento. Ma poiché era l’unico pilota di colore, forse la vita gli ha riservato una carta che deve accettare. Fa parte di questo sport da quindici anni ed è diventato uno dei più importanti portavoce sportivi dell’antirazzismo“, ha spiegato Bishop.
Vettel e Hamilton combattono per i diritti civili
Dalle lotte per l’ambiente, a diventare dei veri portavoce dell’inclusività sotto ogni suo aspetto. In occasione del GP di Ungheria del 2021, proprio Vettel e Hamilton indossarono scarpe arcobaleno, schierandosi apertamente con la comunità Lgbt, contro la legge Orbán.
“Le corse automobilistiche sono sempre state una prerogativa degli uomini bianchi ed eterosessuali – ha raccontato Bishop in un’intervista rilasciata ai colleghi di gpblog.com – Ci sono pochissime eccezioni. La più grande eccezione è rappresentata da un uomo eterosessuale di colore, Lewis Hamilton. Il pilota di maggior successo della nostra storia. Per quanto riguarda le persone LGBTQ+, stiamo iniziando a vedere qualche giornalista, qualche professionista delle comunicazioni e delle relazioni pubbliche“.
Secondo Bishop, in un mondo perfetto il coming out non dovrebbe essere un problema. Un pilota omosessuale sulla griglia di partenza di Formula 1 potrebbe servire da modello per convincerne altri ad uscire allo scoperto. Un po’ come ha fatto l’Olimpionico inglese Tom Daley, che qualche anno fa aveva reso noto di avere una relazione con un uomo.
“Se un pilota di Formula 1 si dichiarasse omosessuale, avrebbe un’enorme copertura mediatica. Almeno nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, e in molti altri paesi occidentali, credo che la notizia sarebbe ampiamente accolta positivamente. Ovviamente ci sarebbero anche commenti negativi e, magari, tentativi di azioni di bullismo sui social media, come accade ogni giorno a Tom Daley e ad altri“, ha concluso l’ex giornalista.