Altitudine messicana: l’amica-nemica di Mercedes

Mercedes altitudine

Credits: Mercedes-AMG Press Area

Mercedes ha chiarito la provenienza degli “engine cuts” sofferti da Hamilton durante l’ultimo weekend: tutta colpa dell’altitudine

Nonostante abbia concluso al secondo posto il Gran Premio, non si può dire che la gara di Lewis Hamilton sia stata esente da problemi. Il pilota inglese si è lamentato a più riprese di soffrire di “tagli al motore“, problematica riscontrata sia in qualifica che in gara. Se da una parte la particolare altitudine a cui è situato il circuito poteva rappresentare un’alleata per Mercedes in Messico, dall’altra si è rivelata essere la causa della problematica accusata dal sette volte Campione del Mondo.

A spiegarlo è James Vowles, direttore delle strategie della scuderia anglo-tedesca, nel consueto video-debriefing: “In genere il motore viene impostato secondo le condizioni in cui si svolgono la maggior parte delle gare: a livello del mare. Quando invece si passa improvvisamente a questa altitudine, ci si trova a dover lavorare con la Power Unit in un lasso di tempo molto breve. Perciò non è facile individuare e risolvere queste irregolarità“, aggiunge.

Ma questo fenomeno come si riflette sulle prestazioni della monoposto?

Vowles rivela, inoltre, che a soffrire di engine cuts è stato anche George Russell, seppur in forma minore rispetto al compagno di squadra. Sebbene abbiano un impatto maggiore sul il giro secco, i tagli al motore condizionano anche quello che è il ritmo alla distanza: “Questo succede perché l’acceleratore in qualifica viene azionato molto rapidamente. Ciò significa che il turbo e i sistemi di alimentazione devono tenere lo stesso ritmo. Al contrario – spiega- in gara, quando i piloti schiacciano il pedale, il sistema non è in grado di erogare la potenza richiesta con sufficiente rapidità“.