5 buoni motivi per non perdere di vista il mondiale di Formula 1
Appena 11 giorni e poi prenderà ufficialmente il via il mondiale 2014 di Formula 1. Dopo le tre sessioni di test, una a Jerez de la Frontera, e due in Bahrain, il Circus si sta spostando in direzione dell’Australia, dove il 16 marzo si correrà l’appuntamento inaugurale di uno dei mondiali più importanti e rivoluzionari, un campionato che potrebbe riservare delle sorprese. Il 2014 si porta con se notevoli cambiamenti soprattutto in ambito tecnico, modifiche così importanti che obbligheranno alcuni piloti perfino a sfumare il proprio stile di guida. C’è già chi urla allo scandalo, alla stagione pilotata. Dopo le sessioni di test pre-campionato, team principals e piloti hanno fatto il nome di Williams e Mercedes, come squadre favorite, almeno sulla carta. Congiuntamente ai repentini cali di audience televisivo registati nel 2013 dalla classe regina del Motorsport, non solo in Italia a causa della pay tv ma un po’ in tutto il mondo, chi è di memoria buona andrà a ripescare nella propria memoria un presentimento, espresso più volte da Vettel nel finale dello scorso campionato: «Dobbiamo goderci questo momento». Tra streaming live, foto e novità, anche Popolo Alonsista continuerà a seguire il mondiale di Formula 1 e abbiamo trovato cinque validi motivi per il quale dovreste seguirlo anche voi.
1. Calendario rinnovato – Se un Gran Premio si trova obbligato ad abbandonare il calendario, tranquilli, non esiste il problema che il posto rimanga vuoto. La Formula 1 sembra sempre più Re Mida, i Paesi fanno letteralmente a cazzotti per accaparrarsi un appuntamento iridato del calendario. Se la Corea se ne esce dal campionato dalla porta di servizio, non mancano le new entries. L’Austria torna a far parte del mondiale con un nome rinnovato, visto che quello che conoscevamo come A1-Ring, ora ha preso il nome di Red Bull Ring. La Russia, dopo le Olimpiadi invernali, si prende un Gran Premio di Formula 1, che si disputerà proprio a Sochi mentre se la gara di Abu Dhabi nel 2014 chiuderà la stagione, l’appuntamento del Bahrain, con quello di Singapore e di Yas Marina, sarà il terzo GP che si disputerà in notturna.
2. C’è chi va e chi viene – Tanti sono stati i sedili che hanno ballato prima di essere stati assegnati. Con Kimi Raikkonen che, tornato in Ferrari dopo il triennio 2007-2009, avrà il duro compito di essere il compagno di squadra di Fernando Alonso, Felipe Massa è stato obbligato a fare le valigie per trasferirsi da Maranello a Grove, in direzione Williams, dove inizierà una nuova avventura, lontano dalle pressioni del Cavallino Rampante ma fiducioso per il fatto che continuerà ad avere al suo fianco Rob Smedley e Matteo Orsi, rispettivamente suo ingegnere di pista e fisioterapista di fiducia ai tempi della Ferrari. Mark Webber, dopo quella che possiamo ricordare come la peggior stagione vissuta in Formula 1, non ci ha pensato troppo a lasciare il suo sedile in Red Bull libero. Al posto dell’australiano, emigrato nel mondiale Endurance con la Porsche, è arrivato un suo conterraneo, Daniel Ricciardo, che a detta di Webber, nel 2013 potrà mettersi in luce vincendo qualche gara. Sempre Vettel permettendo!
Daniel Kivyat, che ha preso il posto di Ricciardo in Toro Rosso, è il pilota più giovane della griglia di partenza e farà coppia con Vergne dopo essersi assicurato in extremis la super licenza per prendere parte al campionato. La McLaren ha salutato Sergio Perez, dopo appena una stagione, tanto che il messicano è riuscito ad accasarsi in Force India, dove ha trovato Nico Hulkenberg, una vecchia conoscenza di Vijay Mallya e uno dei talenti più cristallini degli ultimi anni che per problemi di sponsor ha seriamente rischiato di non trovare un sedile da pilota ufficiale. La McLaren punta tutto su Kevin Magnussen, rookie danese di belle speranze che farà coppia con Jenson Button e avrà l’ingrato compito di provare a far meglio di quanto riuscì a fare, nel 2007, un altro debuttante assoluto, Lewis Hamilton. E se è vero che i soldi comprano tutto, anche i sedili, la Lotus ha ingaggiato Pastor Maldonado e soprattutto si è avvalsa del sostanzioso sponsor del venezuelano, la PDVSA, compagnia petrolifera statale che è riuscita a risanare i debiti del team di Enstone.
3. Non solo era Turbo – Molteplici sono le modifiche regolamentari, sia sul piano sportivo che su quello tecnico che, forse, ha messo in crisi ingegneri e progettisti. Vetture più pesanti, più basse e più strette davanti, oltre che più sicure e più potenti. Se si riutilizzeranno motori V6 Turbo da 1.6 litri con regime motore limitato a 15 mila giri al minuto, le monoposto potranno contare sull’ERS, l’Energy Recovery System, che avrà il compito di offrire alla vettura una potenza maggiore, per un tempo limitato, ancora più del Kers, grazie alla sua potenza di 160 cavalli per 33 secondi al giro. Se il peso minimo della monoposto da 642 chili è stato portato a 691, l’altezza massima del muso, per questioni di sicurezza, è stato abbassato a 185 millimetri, esattamente come la larghezza dell’ala anteriore ridotta da 1800 millimetri a 1650 millimetri con le vetture obbligate a imbarcare un massimo di 100 kg di carburante per la gara. Affidabilità e gomme. Ecco i due elementi che possiamo considerare come la chiave per vincere il mondiale: ogni pilota dovrà utilizzare una scatola del cambio per 6 GP consecutivi, rispetto agli attuali 5, mentre avranno a disposizione un set aggiuntivo di pneumatici da utilizzare solo durante i primi 30 minuti delle prime libere del venerdì, per incoraggiare quest’ultimi a scendere in pista senza preoccuparsi della gestione degli pneumatici.
Più ampio la questione del regolamento sportivo che andrà a influenzare il sistema di punteggio: cambierà l’assegnazione dei punti, ma solo durante l’ultimo Gran Premio della stagione, dove il punteggio verrà raddoppiato, quindi il vincitore riceverà 50 punti anziché 25, il secondo 36 anziché 18 e così via. Tutto sembra fatto per aumentare lo spettacolo di una disciplina in crisi.
4. Fame Ferrari, ultimatum Alonso – E questa stagione, sarà importante per tutti, Ferrari compresa. Il Cavallino Rampante si tova davanti a un bivio e deve tornare a vincere. La vittoria, l’unico risultato che Luca di Montezemolo ha assicurato che saprà accettare a fine mondiale. Dal 2007, la Rossa di Maranello sta vivendo anni di siccità che riportano la memoria degli appassionati, ben prima dell’arrivo di Michael Schumacher, i trionfi del tedesco, l’ultimo dei quali ottenuto nel 2004, sembrano lontani secoli.
Dopo i titoli sfiorati nel 2010 e 2012, la Ferrari ha rinnovato quella fame di vittoria sperduta: la forza in più del team di Maranello potrebbe essere proprio il propulsore, sviluppato per adattarsi completamente alla F14T.
Eppure le malelingue sono sempre sulla porta: Alonso avrebbe dato alla Ferrari un ultimatum, o si vince o me ne vado. Svelato il motivo per il quale il numero uno del Cavallino Rampante abbia puntato su Raikkonen. Chi vivrà vedrà.
5. Siamo un po’ tutti Zeno Cosini – Chi di voi non ha mai letto La coscienza di Zeno? Italo Svevo l’ha vista lunga sulla questione della mente umana perché un po’ tutti, noi appassionati, siamo un po’ uno Zeno Cosini.
La passione e l’emozione che riesce a dare a un vero fan una gara di Formula 1 è qualcosa che ti scorre nel sangue, innato, istintivo, irresistibile e inevitabile. Cambiano le regole, i piloti, i team. La Federazione continua a dare prova delle sue immense lacune interne in fatto di giudizio e tempistiche, eppure, gli anni passano, i campioni del mondo cambiano e i tifosi sono sempre li, davanti ai telvisori, spettatori da casa dell’ennesimo mondiale. Chissà quante volte avrete detto «Questa è la volta buona che smetto di seguire la Formula 1». Trattasi di un virus, un contagio che non può essere spento semplicemente spegnendo un interuttore. Se riesce a impossessarsi dell’appassionato, lo farà per tutta la vita, nonostante tutto e tutti. Quando si spegneranno le luci sulla starting line di Melbourne, il prossimo 16 marzo, avremo davanti a noi nove lunghi mesi di Formula 1, fino a novembre.