Ron Dennis: «Magnussen fuori dalla F1 perché non raggiunse i nostri obiettivi»
Kevin Magnussen insisteva sui social con l’hashtag #NeverGiveUpOnTheDream: il suo sogno era quello di riappropriarsi del sedile perso ma clamorosamente nell’ottobre scorso è stato reso noto il divorzio tra il giovane danese e la McLaren-Honda. Recentemente sono emersi ulteriori retroscena su Magnussen, che secondo Ron Dennis sarebbe perfettamente consapevole del mancato raggiungimento degli obiettivi che il team di Woking gli aveva prefissato.
Dopo aver ottenuto un ottimo secondo posto a Melbourne, non è stato in grado di emergere ulteriormente, spesso venendo oscurato dal compagno Jenson Button. «Gli era stata data ogni opportunità, una stagione in Formula 1 seguita da obiettivi molto chiari che doveva raggiungere nel 2014, cosa che non ha fatto. Lui stesso lo sa, senza dubbio, sa che non ha lavorato come avrebbe dovuto» – ha affermato il team principal britannico.
Magnussen al momento è in lizza per un posto in DTM, essendo in programma per lui un test nella categoria. E’ inoltre stato al volante della Porsche LMP1, vincitrice della 24 ore di Le Mans. Per la Formula 1 invece ci sono esigue chance, rappresentate dalla Manor, team che manca all’appello per annunciare la propria line-up. Ron Dennis tuttavia non nega il talento del danese e si dichiara disponibile a supportarlo, ricorrendo anche a degli esempi del passato con piloti che attualmente militano nei top team.
«E’ un pilota bravo e talentuoso, più che capace di guidare in Formula 1. Tuttavia ci sono tantissimi piloti in grado di guidare in F1, che per una ragione o per un’altra non ricevono questa opportunità. Sia lui sia tutti i piloti che se ne vanno dalla McLaren continuano a ricevere un costante supporto se vogliono riceverlo. Non ci allontaniamo dai nostri piloti e li sosteniamo sempre. Alcuni hanno lasciato in un clima un po’ tumultuoso, ecco lo strappo alla regola, ma di solito ci impegniamo molto per sostenere i giovani piloti. Ci importa. Prendiamo questi giovani talenti e paghiamo per le loro carriere: abbiamo pagato per quella di Kevin, per Lewis e spesso la gente dimentica che abbiamo pagato anche per Nico (Rosberg) tempo fa».