2023 sotto la lente: Ferrari tra polemiche e speranze
Dopo l’epilogo del mondiale 2023, è ora di tirare le somme su quanto effettuato dai rispettivi team nel corso della stagione: l’analisi di oggi ha gli occhi puntati su Ferrari
Bene, ma non benissimo. Ormai è un mantra che, nel corso degli anni, in casa Ferrari hanno iniziato a ripetersi con un po’ troppa frequenza. E, quello 2023, è stato un mondiale all’altezza delle aspettative. Le aspettative di chi, ormai, ha forse perso la speranza e guarda alla scuderia di Maranello come l’ennesima grande delusione della stagione. E, diciamolo, l’inizio del mondiale per i due piloti della Ferrari non è stato poi così entusiasmante. Rispetto alla doppietta del 2022, he aveva fatto sognare non pochi tifosi del Cavallino Rampante, il Gran Premio del Bahrain 2023 si è chiuso con il quarto posti di Carlos Sainz e il ritiro di Charles Leclerc.
E, proprio nel risultato della prima gara dell’anno, sono racchiuse le due facce della Ferrari andata in scena nel 2023. Da un lato, il quarto posto di Sainz sembra essere una nota positiva dell’avvio di stagione. Tuttavia, il distacco dello spagnolo dalla mina vagante olandese lascia ben poco spazio all’ottimismo: 48 secondi. Una vita, un’eternità. Un gap così ampio da far subito scatenare i media e i tifosi (o i professati tale) di tutto il mondo. Infervorati, questi, anche dal ritiro del monegasco. Il “no power” laconico di Leclerc a 16 giri dalla fine della gara, ha rappresentato il primo grande problema di affidabilità della monoposto, decantata nei mesi precedenti come la più veloce mai realizzata.
E allora vien da chiedersi, guardando all’annata completa della scuderia di Maranello, cosa sia andato storto. Ancora una volta. Contro chi è possibile puntare il dito questa volta? Oppure il neo team principal, alle prese con un team completamente da ristrutturare? O contro gli ingegneri che questa vettura l’hanno progettata? Contro i piloti, che non hanno saputo tirare fuori l’impossibile da una monoposto mediocre? Oppure contro un intero sistema “team” completamente da revisionare, ancora colmo di lacune e mancanze fondamentali per assaporare anche solo il pensiero di tornare sul gradino più alto del podio?
I TEST IN BAHRAIN E I PRIMI PIAZZAMENTI
Ma torniamo alle primissime battute della stagione 2023. I test in Bahrain. Ironia della sorte, qualche segnale dal circuito del Sakhir era già arrivato. In primis, il famoso “buco” presente sul muso della monoposto, su cui tutti hanno puntato i riflettori speranzosi che si trattasse dell’innovazione del secolo. E invece no. Un errore. Il primo, quasi irrilevante, di cui abbiamo riso un po’ tutti: com’è possibile fissare male il naso di una monoposto? Ebbene, a quanto pare è possibile. Ecco allora che l’innovazione tanto acclamata (e sperata) si è trasformata invece in un meme, un’occasione per ridere di quel team che da anni sembra non azzeccarne una.
Ma, al di là del sarcasmo e delle battute goliardiche generate da quanto accaduto sulla monoposto di Sainz, i test in Bahrain hanno mostrato uno dei primi segnali critici per la Ferrari: il degrado delle gomme. Di fatto, durante i test pre-stagionali, il Cavallino Rampante sembrava essere piuttosto competitivo. Il ritmo era apparso buono, così come il potenziale. Ma il degrado si era fatto sentire immediatamente. Un segnale che, di fatto, avrebbe potuto far subito intuire che la richiesta degli pneumatici fosse decisamente ancora troppo elevata per permettere alla vettura di essere competitiva sul passo gara.
E, vuoi per questo vuoi per l’allineamento dei pianeti, le prime tre gare del mondiale 2023 sono state particolarmente toste per la Ferrari. Dopo il piazzamento e il ritiro in Bahrain, per Leclerc e Sainz sono arrivati un sesto e un settimo posto in Arabia Saudita (rispettivamente con 43 e quasi 36 secondi di distacco da Sergio Perez) e un ritiro e un dodicesimo posto in Australia. Qui, a vederci bene, è stata forse anche la sfortuna che da un lato ha generato un contatto tra Lance Stroll e il monegasco e, dall’altro, ha inflitto una penalità allo spagnolo facendolo scivolare nelle retrovie della classifica.
La quarta gara, con tappa a Baku, ha regalato il primo podio di stagione alla Ferrari. Un lampo di speranza che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai fanatici della Formula 1, in particolare ai tifosi di Leclerc, ma che ha avuto la durata di una settimana. A Miami, infatti, i due piloti non sono andati oltre la quinta e settima posizione, di fatto mantenendo questo standard per le gare successive. Perché, di per sé, Leclerc e Sainz hanno collezionato (insieme) 9 podi su 22 gare, sostando ai margini del podio per gran parte del resto del mondiale.
CARLOS SAINZ WINS IN SINGAPORE!!!#SingaporeGP @ScuderiaFerrari pic.twitter.com/bd2MzhOFW6
— Formula 1 (@F1) September 17, 2023
IL CONFRONTO LECLERC – SAINZ
E a questo punto, sorge spontanea un’altra domanda: come si sono comportati i due piloti Ferrari nel corso del mondiale 2023? Il confronto totale restituisce un 12 a 10 per Charles Leclerc. Il monegasco ha chiuso davanti al compagno di squadra per dodici Gran Premi, nonostante in alcune occasioni la differenza di piazzamento non fosse poi così ampia. Tuttavia, al netto dei risultati dimostrati in pista, Sainz ha forse dimostrato una maturità maggiore nel corso della stagione.
Lo scorso anno lo spagnolo si era reso protagonista di 6 ritiri, per la maggior parte causati da un suo errore, conseguente alla mancanza di feeling con la vettura. Nel corso del 2023, invece, lo spagnolo ha dimostrato maggiore costanza. Ha commesso pochi errori, dimostrando un pizzico di sana aggressività che lo scorso anno era mancata. È inutile negare l’evidenza: nonostante le performance della monoposto e nonostante le tante voci sul suo futuro, Sainz è cresciuto molto nel corso delle 22 gare del mondiale, mostrando di avere ancora fame di vincere e di dare battaglia agli avversari.
Dall’altro canto, sebbene abbia guadagnato piazzamenti migliori rispetto al compagno di squadra, Leclerc non è sembrato del tutto concentrato nel corso della stagione. Ha commesso diversi errori, in alcune occasioni, si è reso protagonista anche di qualche scivolone mediatico. Si è aperto in team radio poco carini dovuti alla frustrazione e alla rabbia di non essere riuscito nel proprio intento. Quello che si è visto è stato forse un monegasco sofferente, indeciso, poco motivato a portare la sua Ferrari nelle posizioni più alte in classifica. Un atteggiamento sconsolato, che ha forse portato a chiedersi se il soprannome di predestinato calzi davvero a pennello su di lui.
UN 2023 CHIUSO IN BELLEZZA, MA CON TANTE DOMANDE
E poi, quasi a voler spazzare via tutti i dubbi, le dicerie e le polemiche sollevate nel corso dei mesi precedenti, è arrivata per la Ferrari una chiusura 2023 con il botto. In pista sono scesi due piloti pronti ad agguantare a qualunque costo quel secondo posto nel mondiale costruttori. Con l’unica parentesi negativa del Brasile, le ultime 4 gare hanno regalato un podio alla Ferrari, paradossalmente firmato proprio da Leclerc.
Drama before the start! 🤯
Leclerc has gone into the barriers on the formation lap #F1 #BrazilGP pic.twitter.com/4gnA2LFACH
— Formula 1 (@F1) November 5, 2023
Il monegasco, inoltre, si è reso protagonista di battaglie accesissime nel corso dei Gran Premi, una delle quali proprio con Verstappen. Mosso forse dalla necessità di mettere le mani su quel secondo posto, per mostrare a se stesso e agli altri di meritarsi ancora quel sedile in Formula 1, Leclerc ha spolverato nuovamente la grinta di un tempo, facendo tenere il fiato sospeso a tutti i tifosi presenti in pista o incollati alla TV.
Tuttavia, così com’era iniziato, il mondiale 2023 della Ferrari si è chiuso con due facce diverse e molto rappresentative di una stessa medaglia. Sainz, infatti, non è riuscito a supportare appieno la rincorsa al secondo posto. Lo spagnolo ha chiuso addirittura in diciottesima posizione l’ultima gara dell’anno, complice anche una strategia per nulla centrata. E questo, per tirare le fila, ben descrive il mondiale (così come i precedenti) vissuto dalla scuderia di Maranello. Un’altalena di emozioni, dalla rabbia, alla frustrazione, alla gioia, fino ad arrivare alla rivincita. E, se la stagione si fosse chiusa in altro modo, sarebbe stato sicuramente un anno da ricordare anche per la Ferrari.
Purtroppo, però, questa situazione sembra ripetersi in fotocopia ormai da troppi anni, senza che ancora sia stata trovata la chiave per il successo. I presupposti per il 2024 non sono ancora chiari, anche se il team ha già confermato di aver lavorato a fondo per lo sviluppo della nuova monoposto. Viene da chiedersi però quello che, negli ultimi anni, ci siamo chiesti spesso: basteranno la passione e il duro lavoro per tornare sul gradino più alto del podio? Oppure sarà necessario stravolgere regolamenti, membri del team e piloti per tornare a vedere “la Ferrari degli anni d’oro“?