Vettel in Bahrain con una Ferrari verde. Ma serve tempo
Nella sua prima qualifica in Aston Martin Sebastian Vettel non è andato oltre la diciottesima posizione. Mancanza di feeling e sfortuna sono state due tra le motivazioni che hanno portato a questo risultato
Dopo un 2020 assai complicato passato a lottare contro le carenze della SF1000, le speranze per la prima qualifica in Aston Martin di Sebastian Vettel erano sicuramente diverse. Il tedesco ha chiuso il sabato in diciottesima posizione e con una nota della FIA in cui si comunicava che il pilota era atteso dai commissari per non aver rispettato (presumibilmente) le doppie bandiere gialle in curva 1.
Il weekend in Bahrain non è iniziato nel migliore dei modi per il quattro volte campione del mondo. Più in generale é il team ad aver avuto delle difficoltà. Che si protraggono, in realtà, già dai test (si ricordano i problemi al cambio che avevano costretto l’Aston Martin a lunghe soste ai box non permettendo, di conseguenza, di girare). Le prestazioni nella scorsa annata dell’ex Racing Point e l’arrivo di Vettel avevano fatto alzare le aspettative, soprattutto durante la pausa invernale.
I risultati delle prove libere vedevano il pilota di Happenheim non andare oltre la dodicesima posizione, anche a causa della mancanza di feeling con la sua AMR21. Nonostante questo si pensava che la sessione di qualifica potesse andare diversamente. Meglio. Come accaduto con Lance Stroll, riuscito poi a concludere con il decimo miglior crono.
NON È ANCORA IL MOMENTO DELLA RIVALSA
Al sabato, nella scorsa stagione, l’ex Ferrari aveva particolarmente “litigato” con la propria vettura, date anche le problematiche non poco rilevanti a lei legate. Non riuscendo mai a tirare fuori il massimo del potenziale. Tre sole volte in Q3 – GP di Stiria (10º), GP d’Ungheria (5º) e GP di Gran Bretagna (10º). Ciò aveva portato a un sentimento di rivalsa.
Cocente la delusione del tedesco che è trasparsa nelle interviste post qualifiche. “Il feeling con la monoposto è deludente. Pensavo che la mia AMR21 potesse andare molto meglio in qualifica”, le sue parole. Complice del risultato negativo è stata anche la sfortunata. Questo perché proprio nel suo ultimo giro Vettel ha incontrato bandiere gialle in più punti della pista. Una causata dal testacoda della Haas di Nikita Mazepin, e una dalla Ferrari di Carlos Sainz, ferma in pista dopo che la sua SF21 si era spenta improvvisamente.
Cosa che evidenzia anche il campione del mondo in uno dei suoi team radio: “Ho trovato una bandiera gialla in curva 1 e un’altra in curva 8. Ho cercato di spingere ma …”. Sottolineando quindi di aver cercato di fare il possibile. Anche considerando tutti disagi nel partire a fondo griglia, la gara sarà una storia diversa sperando per Sebastian che la mala sorte non lo perseguiti.
LA FERRARI VERDE
Serve trovare un buon feeling con la monoposto, certo, ma fa sorridere come la Aston Martin si sia trasformata in una sorta di Ferrari verde. Anche lo stesso Sebastian appariva, al termine della qualifica, con lo sguardo smarrito e la testa piena di perché. Forse, i problemi nei test proprio qui a Sakhir, non erano casuali? O forse il recinto mediatico messo in piedi intorno alla ex Racing Point partita piena di aspettative è stato un boomerang? Di certo i due secondi circa di vantaggio del figlio di papà e compagno di squadra Stroll, sono già un campanello d’allarme. Lungi da noi demolire Seb, c’è pur sempre una gara e partire dal fondo non potrà che dargli la spinta per risalire. Ma che disdetta non essere ancora usciti da quel tormentato 2020.