Verstappen, record al max: i primi due sono solo l’inizio
Un predestinato che nel giro di due o tre anni è destinato ad ottenere il record più prestigioso che ci sia.
In una Formula Uno così robotizzata, dove il pilota conta sempre meno e la differenza fra Mercedes le altre si dilata sempre di più, un talento come quello di Max Verstappen è oro che cola per un movimento in crisi nera. La gente non riempie più gli spalti, gli ascolti sono in calo e il divertimento è ai minimi storici. La parola sorpassi, lotta e pilota sono in via d’estinzione. Poi è arrivato lui.
Nel 2015 è stato il più giovane pilota di tutti i tempi a debuttare in Formula Uno a 17 anni e 166 giorni, l’impresa più grande arriverà un anno e qualche settimana dopo, quando in Spagna taglierà il traguardo prima di chiunque altro: aveva appena rilevato il sedile di Kvjat, retrocesso nella sua Toro Rosso. A 18 anni e 228 giorni diventa il più giovane vincitore di sempre nella storia della Formula Uno, bruciando il record che fu di Vettel vincitore a Monza a 21 anni e 73 giorni. Fra i più precoci anche gente come Alonso, Hamilton, Raikkonen e Michael Schumacher, ma distanti anni luce dai 18 dell’olandese figlio d’arte.
Il dato statistico più impressionante, estratto da uno speciale dedicato dalla redazione di Bwin all’astro nascente della formula 1, riguarda il tempo intercorso fra la prima vittoria in F1 e la vittoria del titolo mondiale: chi ci è riuscito, lo ha fatto entro i 2 anni e non oltre eccezion fatta per Kimi che ce ne mise 4, trionfando nel 2007 con la Ferrari. E se pensiamo che il record quale campione del mondo più longevo è di Vettel, con 23 anni e 134 giorni, ci sono grossissime chance per Verstappen di far suo anche questo primato, 4 stagioni per mettere le mani su un titolo che già oggi lo vede quasi protagonista.
Perché se la Mercedes ha un potenziale sicuramente maggiore, da quando è in Red Bull nessuno a parte Hamilton ha fatto più punti di lui, compreso Rosberg che lo ha superato solo nell’ultimo Gp dell’Hungaroring. Dove sarebbe Max, oggi, non avesse cominciato la stagione nella buona ma senza dubbio non super competitiva Toro Rosso?
Al di là dei freddi ed impressionanti numeri, ciò che l’olandese ha portato in Formula Uno ha un valore inquantificabile: sorpassi mozzafiato, difese al limite anche a cospetto di macchine più veloci (chiedere a Rosberg in Canada per info) e quella sana follia unita ad un talento puro che non si vedeva da tempo in pista e di cui il movimento aveva dannatamente bisogno.