Veicoli storici, per questo errore che hai commesso in passato la tua non potrà ottenere il certificato | L’hai mantenuta in modo maniacale per una vita
Massima attenzione sui veicoli storici. Ecco cosa devi fare per non commettere un errore che fanno molti: così avrai il tuo certificati.
I veicoli storici sono regolati dall’articolo 60 del Codice della Strada, molto dettagliato a riguardo. Sono quei veicoli anticipi di interesse storico: auto e moto, ciclomotori ma anche macchine agricole, racchiusi in due categorie.
Nella prima, definita d’epoca, rientrano destinati a finire nei musei, locali pubblici e privati. Attenzione, non possono circolare, il che significa che la loro circolazione è consentita soltanto in occasione di qualche manifestazione, previa autorizzazione del Dipartimento per i trasporti. Non fanno parte della lista del P.R.A. ma hanno una categoria tutta loro.
Differiscono dalla seconda, quella dei veicoli di interesse storico e collezionistico, per una serie di regolamentazioni differenti. I veicoli di interesse storico e collezionistico sono regolati dalla seguente disciplina, devono in primis essere stati costruiti da venti anni e ricevere un apposito visto, quel certificato attestante la rispettiva data di costruzione nonché le caratteristiche tecniche. Non solo.
Le caratteristiche originarie di fabbricazione devono essere conservate, un automobilista può averla mantenuta anche in modo maniacale per una vita, basta un niente per non avere quel certificato. L’originalità dei veicoli di interesse storico e collezionistico è un punto fondamentale: in rari casi si ottiene quel certificato nonostante eventuali modifiche, a patto che siano imposte per la circolazione
Veicoli storici, la grande differenza
I veicoli di interesse storico e collezionistico possono circolare in quanto iscritti al P.R.A. a differenza dei veicoli d’epoca, a patto però che rispettino una serie di prescrizioni dettate per tali veicoli sui sistemi di frenatura, sui dispositivi di segnalazione acustica, silenziatori e tubi di scarico, segnalazione visiva e d’illuminazione nonché sui pneumatici, sospensioni, sui vetri e specchi retrovisori.
Altra grande differenza tra veicoli d’epoca e quelli di interesse storico e collezionistico sta nel fatto che i secondi devono essere sottoposti a revisione ogni due anni, quindi conservati in perfetto stato, altrimenti quel certificato viene tolto, diventando carta straccia.
Veicoli storici, quanto si paga
Cimeli o semplici veicoli affettivi, fonti di guadagnano e non, sono rari i casi in cui non si paga una tassa automobilistica: si può richiedere una riduzione, pagando soltanto la metà della tassa, a patto che i veicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità compresa tra i 20 e i 29 anni dalla data di immatricolazione. Non solo.
Devono avere quel benedetto certificato rilasciato soltanto da quegli enti (più precisamente Registri) che compaiono proprio nell’articolo 60 del Codice Stradale, ricordandosi sempre di fare l’update della carta di circolazione con l’indicazione del CRS. Gli autoveicoli storici, infine, per non pagare (o ottenere la riduzione) non devono essere utilizzati a uso professionale, ovviamente bisogna dimostrarlo.