Valentino Rossi e le auto, l’età è un dettaglio
“Il mio futuro sarà con le auto. Mi piacciono le quattro ruote, anche se le emozioni che mi regalano sono un pizzico meno rispetto a quelle delle moto”. A parlare così è stato Valentino Rossi nella conferenza stampa a Zeltweg, dove ha annunciato il ritiro dalla MotoGP. Così, per sgomberare il campo dei dubbi sul suo legame con le auto: amore sì, ma mai quanto per le moto. E per confermare quanto il suo percorso motoristico aveva già ampiamente sentenziato, ossia che la priorità sono sempre state le due ruote. Lo dimostrano i test con la Ferrari tra il 2004 e il 2006, rimasti allo stadio di puro sfizio. Con buona pace di chi insisteva per un passaggio del Dottore alle quattro ruote.
Per la verità, un momento in cui le cose sembravano farsi serie ci fu. Ne accennò lo stesso Valentino nel dicembre del 2019, quando a Valencia si scambiò il mezzo con l’altro campionissimo Lewis Hamilton. Al britannico toccò la Yamaha M1, a Valentino Rossi la Mercedes W08 iridata due anni prima. Un test che rinfocolò i ricordi sui trascorsi del Dottore con le quattro ruote. “A dire la verità – confessò Valentino – non ho mai caldeggiato il passaggio alla Formula 1. Ma nel 2006 ci andai vicino: ci furono dei colloqui con la Ferrari per il grande salto. C’era una vera intenzione”. Dialoghi che poi si arenarono, come puntualizzò il Dottore: “Loro (la Ferrari, n.d.r.) mi proposero di fare una stagione iniziale con un team di secondo piano. E lì fui io a dire di no”.
FERRARI NEI PIANI
Ora le auto sono tornate nei piani agonistici di Valentino. E non parliamo di corse di secondo livello. A Rossi non dispiacerebbe tentare la 24 Ore di Le Mans, che fa parte del Mondiale Wec (World Endurance Championship), sempre con lei, la Ferrari. Non sulla Hypercar che la casa di Maranello sfornerà nel 2023: a riguardo la stessa Ferrari è stata chiara, volendo puntare sugli esperti della categoria. Ma le classi GTE Am e Pro, dove girano vetture pressoché stradali, appaiono più abbordabili al fuoriclasse di Tavullia. Anche lì la Ferrari è presente e c’è da scommettere che farebbe carte false per affidare una vettura a Valentino Rossi.
Del resto, se con le moto il capitolo si chiuderà a fine 2021, quello delle auto sembra apertissimo. Anche per uno come Valentino, che ha da tempo tagliato il traguardo dei 40 anni. “Con le moto mi sarebbe piaciuto continuarne per altri 25 – ha detto il pesarese in Austria – ma non è possibile”. Ma la longevità agonistica di un pilota di auto è tutt’altra cosa. Se nel Motomondiale moderno mai nessuno aveva toccato le vette d’età raggiunte da Valentino – ultimo podio a Jerez 2020 a 41 anni, ultima vittoria ad Assen 2017 a 38! -, nelle auto il panorama è ben diverso.
LARGO AI VECCHI
Prendete la stessa Le Mans. Lo scorso agosto prese parte alla 24 Ore un pilota di 74 anni suonati, Dominique Bastien, su Porsche 911 RSR della classe GTE Am: fu record assoluto. “Ma non lo faccio per i numeri – disse Bastien – Se pensassi di non essere adeguato a questa corsa per la mia età, non sarei qui”. Non che i suoi due compagni di equipaggio fossero dei giovincelli: Thomas Preiner e Andrew de Leener, in media, avevano 53 anni… Lo stesso Tom Kristensen, soprannominato “Mr. Le Mans” per l’incetta di successi ottenuta sulla Sarthe, vinse la sua ultima 24 Ore a 46 anni suonati. Quattro in più di Valentino ora.
E anche in America, di belle pagine firmate da ultra 40enni ce ne sono a iosa. Emerson Fittipaldi vinse la 500 miglia di Indianapolis a quasi 47 anni, nel 1993, bissando l’acuto di quattro anni prima. Nel 1987 la medesima impresa la compì Al Unser Sr., e ancor prima Bobby Unser, vincitore nel 1981 a 47 primavere. Nelle ultime due edizioni, sono stati di nuovo piloti over-40 ad aggiudicarsi la classicissima americana: Helio Castroneves (47) lo scorso maggio e Takuma Sato (43) nel 2020.
E anche in altre discipline i “vecchietti” non mancano. Su tutti il mitico Carlos Sainz Sr., vincitore nel 2020 della Dakar a quasi 58 primavere. Tra i suoi rivali c’è un altro che con l’anagrafe non è che se la passi tanto meglio: è Nasser Al-Attiyah, 50 anni quest’anno. Eppure sempre presente sul palcoscenico del celeberrimo rally raid. Valentino non disperi: in auto, il tempo per correre quei prossimi dieci anni da lui auspicati c’è tutto.