Sergio Perez sulle orme di Nico Rosberg o di Valtteri Bottas?

perez

Credits: Twitter

Con questa Red Bull, e soprattutto con la concorrenza ancora non all’altezza, ci si prospetta una lotta a due là davanti. Al terzo anno con la squadra, Sergio Perez è alla ricerca dello step successivo. Ma le sue capacità in pista saranno sufficienti per battere questo Max Verstappen? Eterno secondo o gloria possibile per Checo?

Max primo, Perez secondo. Perez primo, Max secondo. Questi gli esiti dei due gran premi disputati fino ad oggi. 87 punti conquistati sugli 88 totali disponibili. Un bottino quasi totale, quello collezionato dalla casa produttrice di Milton Kaynes, che non poteva aspettarsi un esordio migliore. Ha il pilota più forte di tutti, la macchina “di un altra categoria ed il secondo pilota migliore in circolazione.

Ma davvero lo dobbiamo ancora considerare secondo pilota? La carriera di Sergio Perez in Formula 1 è stata straordinaria, piena di successi e fallimenti, di storie, di rimonte, podi. Quel sedile all’interno del team austriaco se lo è sudato più che mai, dopo aver persino aiutato quella che allora era la Force India Racing Point, per amore dello sport e per il suo animo, straordinario. Le ha veramente viste di tutte. Mancherebbe solo una cosa per coronare il suo percorso in questo sport. Un titolo iridato. Ma è davvero possibile?

Con Ferrari e Mercedes non ancora all’altezza della velocità della RB-19 ed Aston Martin, comunque competitiva, ma non abituata a lottare a certi livelli, per quanto visto in questo inizio di stagione, l’esito sembra quasi scontato. A trionfare sarà una Red Bull. Ma se dopo il Bahrain molti pensavano che Max potesse davvero vincere ogni singola gara, Sergio Perez li ha subito fatti ricredere. La vettura prestazionale la ha anche lui, e quando riesce ad esprimersi, in pochi possono fermarlo.

Ha voluto subito ribadire che in casa Red Bull non vi è un solo pilota, e che forse quest’anno la storia potrebbe davvero essere diversa. Dopo anni di ‘gavetta’ al servizio di Max – può essere giustificabile il 2021, già meno quanto visto lo scorso anno – ora Perez vuole brillare e lasciare il segno. La scorsa stagione, qualche lampo lo ha fatto vedere, ma complessivamente non è stata una buona annata la sua. Che possa questa essere quella del riscatto?

Da qui il binomio con altri due grandi piloti, anch’essi nati per essere secondi. Nico Rosberg e Valtteri Bottas. Entrambi con un passato in Mercedes, entrambi al servizio di Sir Lewis Hamilton. Ma dove uno ha fallito, l’altro è riuscito. Rosberg con tenacia e duro lavoro è riuscito a diventare campione del mondo, sfatando tutti coloro che lo vedevano solo come comprimario di Lewis. Cosa mai davvero riuscita a Bottas, usato sempre come cavia e ruotino di scorta. Dobbiamo quindi aspettarci, per Perez, un trattamento alla Rosberg o alla Bottas?

Ancora rapporti tesi in casa Red Bull?

Se volessimo iniziare a discutere dell’argomento trovando i punti di somiglianza con i suoi colleghi (ex in caso di Rosberg), potremmo dire che l’ambiente interno al team ed il rapporto tra compagni di squadra è più simile a Rosberg-Hamilton che a Bottas-Hamilton. I primi due non si sono mai amati, si sono anche presi in pista più di una volta, e la loro era una lotta che andava anche al di fuori della pista. Ben diverso invece dal rapporto che Lewis ha avuto con il finlandese, decisamente migliore e senza troppe problematiche.

La stagione 2022 oltre a consacrare Max Verstappen ha anche evidenziato le sue difficoltà nel convivere con il compagno. Ricorderemo quanto successo in Brasile, con Max che si è deliberatamente rifiutato di aiutare il compagno nella sua lotta per il secondo posto. Rapporti tesi, nel finire della scorsa stagione, che il team Red Bull ha cercato in tutti i modi di nascondere e travisare. Ma cosa i due realmente pensano di loro non ci è dato saperlo. La pista, in questi casi, è sempre una bocca della verità.

Un altro quesito, che tanto potrà spostare gli equilibri questa stagione, è come il team gestirà proprio questa situazione interna. Già a Jeddah abbiamo avuto la possibilità di assaporare qualcosa. Sembrerebbe che dopo anni di favoritismi, anche in casa Red Bull abbiano deciso di lasciare i due piloti giocarsi le loro carte alla pari. Niente team order e “free to push”, come detto dallo stesso ingegnere di pista di Sergio. Ovviamente siamo solo alla seconda gara, e prevedere il futuro è impossibile, ma la linea, ad ora sembra chiara. Linea forse mai davvero seguita nella storia recente di Red Bull, che ci ha sempre abituato ad avere ruoli ben definiti: pilota 1 e pilota 2.

La verità, però, è sotto gli occhi di tutti. Da una parte abbiamo un fenomeno, uno dei piloti più forti che abbiano mai guidato una vettura di F1, e dall’altra un ottimo, ottimo pilota. Capite bene che l’esito potrebbe essere prevedibile. Sicuramente, avendo a disposizione la stessa vettura, lo scontro si potrà definire alla pari, e alla fine chi la spunterà, è perché se lo sarà meritato in pista con le sue qualità. Qui, quindi, un altro ennesimo punto di domanda sulla figura del Checo Perez. Essendo le sue doti si ottime, ma inferiori a quelle di Max, cosa può fare per batterlo? Quali strategie adottare, anche fuori dalla pista?

Perché è da questo che deve passare il processo di vittoria di Perez. Lo abbiamo visto con Rosberg. Essere inferiori può non essere un problema, se sai come arginare il problema e rendere la situazione a tuo vantaggio. Lui ci è riuscito, con un lavoro minuzioso anche – e soprattutto – fuori dal sedile. Se Perez possa fare lo stesso, non lo sappiamo, a voi ogni libera interpretazione. Certo che, se Perez vuole trionfare e fare gioire il popolo messicano, dovrà attrezzarsi ben bene. Free to race, si, ma fino a che Max non scappa via davanti a tutti…